Roccamadore |
||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
StoriaIl monastero fu fondato dal conte di Paternò, Bartolomeo di Lucy, nel 1193, in una località denominata Tremestieri, vicino a Messina. Il conte volle intitolare il complesso a Santa Maria di Roccamadore, prendendo spunto dalla chiesa francese di Roc-Amadour en Quercy, meta allora di pellegrinaggi. Affidato ai Cistercensi di Novara di Sicilia e divenuto abbazia probabilmente nello stesso anno, assunse ben presto una certa importanza, dimostrata dal fatto che attorno ad esso nacque un paese e, soprattutto, che Roccamadore fu l’unica comunità cistercense a non essere interessata dalle soppressioni napoleoniche. Entrata nella Congregazione di San Bernardo, nel 1861 l’abbazia non poté evitare il decreto di soppressione degli Ordini Religiosi emanato a Firenze e la comunità monastica cominciò a disperdersi. Roccamadore doveva già essere completamente abbandonata quando nel 1908 fu distrutta dal terremoto che colpi anche Messina. ArchitetturaOggi restano solo scarsissimi ruderi del complesso, da nessun autore rilevati e studiati. BibliografiaL. JANAUSCHEK, Originum Cisterciensium, tomo I, Vindobonae 1877, ristampa anastatica Ridgewood (U.S.A.) 1964, pp. 196-197, DVI; B. G. BEDINI, Le abazie cistercensi d’Italia, Casamari 1980 (IV ed.), pp. 85-86. Foto |
|