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Sambucina

 

Storia

La maggior parte degli studiosi data la fondazione dell’abbazia di Sambucina, come

filiazione diretta di Clairvaux, attorno al 1140, visto che del 1141 è una donazione all’abbazia stessa. Documenti attestano anche nella stessa zona l’esistenza neI 1145 di un complesso monastico, Santa Maria Requisita, che attorno al 1160 si ritrova come abbazia cistercense di Santa Maria di Sambucina, filiazione di Casamari, ed effettivamente le Tavole genealogiche dell’Ordine riportano Sambucina fondata nel 1160 da Casamari.

La nuova comunità acquistò ben presto importanza tanto che già nel 1172 ci furono le prime due filiazioni: la Novara di Sicilia e Santo Spirito di Palermo. Nel 1184 un primo terremoto obbligò ad alcuni restauri nella chiesa.

Nel 1421 Sambucina cadde in commenda e agli inizi del ‘500 cominciò la decadenza della comunità, aggravata da un secondo terremoto nel 1569 che causò il crollo di gran parte della chiesa e del complesso e l’abbandono dei monaci che ripararono a Mattina, altra abbazia cistercense. Nel 1580 però si decise di restaurare gli edifici e i cistercensi già nel 1594 poterono tornare a Sambucina, anche se i lavori terminarono soltanto nel 1625.

Nel 1633 l’abbazia entrò nella Congregazione Calabro Lucana e nel 1780 fu soppressa con decreto di Ferdinando IV che ne devolveva i beni al demanio.

Oggi del complesso, restaurato nel 1973, rimane la chiesa nelle forme assunte durante i restauri di inizio ‘600.

Architettura

La chiesa di Santa Maria di Sambucina si presenta, come visto, con una storia complessa che si riflette anche sulla sua architettura, frutto di ripetuti interventi. La pianta attuale (una specie di croce greca, mancante del braccio sinistro, murato, e con abside rettangolare con tre monofore) è il risultato dei restauri seicenteschi dopo il terremoto del 1569 che aveva provocato il crollo delle navate e del transetto destro. La chiesa era stata così ridotta alla parte absidale, alla porzione di transetto rimasta e alla prima campata del corpo centrale dove si arretrò il portale.

Grazie anche a scavi che hanno portato alla luce alcune tracce di fondazioni della chiesa primitiva si è potuto risalire alla pianta originale di Sambucina: era a croce latina, con abside rettangolare, ancora esistente, a tre navate e cinque campate (secondo il Negri le tracce sarebbero da attribuire ad una “previsione di ampliamento”).

La copertura originaria (oggi a capriate tranne nel transetto voltato a botte acuta) non trova d’accordo gli studiosi: per la Fraccaro le navate erano a botte acuta e all’incrocio del transetto c’era una torre; altri avevano anche ipotizzato che gli stessi elementi avevano una copertura piana.

Interessanti sono le osservazioni della Ugliano sulla pianta nella quale la studiosa riscontra diverse discordanze: in corrispondenza dell’angolo esterno destro dell’abside c’è uno sperone murario anomalo; nel braccio sinistro del transetto il muro di fondo non è parallelo alla parete absidale; le proporzioni tra larghezza delle navate e lunghezza della chiesa e l’abside non allineata ai pilastri del corpo centrale.

Proprio partendo da quest’ultima osservazione, la Ugliano ipotizza tre fasi di costruzione della chiesa: una prima riguardante la parte absidale, i cui caratteri (abside rettangolare, volta spezzata, tre monofore) sarebbero da far risalire al modello franco-borgognone di Fontenay e quindi entro la prima metà del XII secolo, una seconda di ampliamento con il transetto e il corpo centrale e con lo sperone che sarebbe stato parte del muro di fondo di cappelle prospettanti sul transetto; una terza fase che avrebbe riguardato gli archivolti del transetto, di stile più tardo.

Le prime due fasi sarebbero state anteriori al primo terremoto nel 1184. L’ampliamento nella seconda fase secondo la studiosa sarebbe dovuto essere più imponente di quello che poi si realizzò (nove campate e non cinque, allargamento del transetto e arretramento dell’abside), ma questa ipotesi si basa su studi proporzionali ripresi dallo Hanno Hahn, secondo il quale il piano “bernardino” prevede un modulo ad quadratum che si ripete con esattezza nelle chiese cistercensi e che in questo caso non sarebbe stato portato a termine.

Secondo ancora la Ugliano le decorazioni degli archi del transetto sono tarde (fine XII-inizi XIII secolo) e segno di una diretta influenza borgognona.

Il Van Der Meer data la chiesa dal 1150 al 1175, con navata e crociera posteriori al 1184. La Fraccaro nota una somiglianza di Sambucina con Falleri e quindi con gli esempi coevi di Borgogna, ma anche per gli archi con le più tarde abbazie laziali (Casamari e Fossanova). Un accenno al portale la cui parte più interna (due coppie interne di colonnine e prime due fasce decorative) sarebbero originali, mentre il resto sarebbe frutto di aggiunte durante i restauri seicenteschi.

Bibliografia

ADORISIO A.M., Una conferma della produzione libraria a S. Maria della Sambucina e a Cosenza, in “Studi Medievali”, XXIX (1988), pp. 261-265.

MARCHESE G., La badia di Sambucina, sguardo storico sul movimento cistercense nel mezzogiorno d’Italia, Lecce,1932.

MARCHESE G., Tebe lucana, Val di Crati e l’odierna Luzzi, Napoli, 1957.

SANTAGATA G., La Sambucina nella realtà storica e nella missione espansionistica, Chiaravalle Centrale 1977;

UGLIANO R. F., L’abbazia di S. Maria di Sambucina, in I Cistercensi e il Lazio…, cit., pp. 83-89.

VITI G., Le origini dell’abbazia di Santa Maria di Sambucina alla luce della critica delle fonti, in “Notizie Cistercensi”, VI, 1973, pp. 163-185.

Foto

Facciata della chiesa Facciata della chiesa Scorcio della facciata della chiesa Facciata della chiesa Facciata della chiesa
Facciata della chiesa Ingresso della chiesa Particolare dell’ingresso della chiesa Particolare dell’ingresso della chiesa Ingresso della chiesa
Ingresso della chiesa Ingresso della chiesa Interno della chiesa Navata della chiesa Navata della chiesa
Particolare dell’ingresso della chiesa Lato della chiesa Lato esterno della chiesa Particolare architettonico
Particolare architettonico
Sambucina
Nome completo: Santa Maria di Sambucina 
Nome originario: Sambucina 
Nomi alternativi:  
 
Ordine originale: Cistercensi 
Ordine attuale:  
Congregazione attuale:  
Filiazione di: Casamari
Linea di: Clairvaux
N. di fondazione: (Janauschek): 363 
Stato Giuridico: Abbazia 
Figlie
  1. Santo Spirito del Vespro (23/01/1172-1516)
  2. Nuara (14/03/1172-1784)
  3. Roccadia (1176-1693)
  4. Galeso (27/09/1195-1392)
  5. Acquaformosa (1197-1807)
  6. Angelo in Frigido, Sant’ (01/04/1220-1652)
 
Date
Fondata nel: 1160 
Cistercense nel: 1160 
Chiusa nel: 1780 
Riaperta nel:  
Richiusa nel:  
Indirizzo

87040  Luzzi (CS)
Italia
Regione: Calabria 
Nazione: Italia 
Diocesi antica: Bisianensi
Diocesi attuale: Bisianensi
Coordinate:
39.44507328892794, 16.29160599083249
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Latitudine: 39° 26' 42''
Longitudine: 16° 17' 29''
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Stato dell’edificio: Intatto con comunità
Stile dell’edificio: Cistercense primitivo, Rinascimentale
Visita: Possibile
Attività
Lavori:
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