Stefano al Corno, Santo |
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StoriaFu fondato dai Benedettini neI 1109, per volere di Anselda Contessa di Ghisalba e dei suoi figli, Lanfranco, Arduino e Magifredo. La località era quella poco lontano dall’attuale Santo Stefano Lodigiano, a 10 Km circa da Codogno. La fondazione è altresì confermata da una Bolla Papale del 15 novembre 1106. Diversi autori sono concordi sul fatto che sul luogo preesistesse una chiesa dedicata a Santo Stefano , voluta dall’imperatore Enrico 11, e da lui dotata di molti beni, retta da sacerdoti secolari, ma il documento su cui questi si basano è ritenuto spurio dal Kehr, che sostiene invece decisamente la fondazione del 1009. I Cistercensi, per volere di Papa Gregorio IX, si insediarono il 18 ottobre 1231, provenienti da Cerreto, i quali andarono a sostituire i Benedettini, ormai rilassatisi nell’osservanza; subito il monastero subì però gravi traversie, infatti fu distrutto da una piena del Po e così dovette trasferirsi, sia la chiesa che i fabbricati conventuali, in un luogo assai più vicino all’attuale Santo Stefano. Ancora nel 1481 il nuovo monastero fu scompaginato da un’altra piena; subito furono gettate le fondamenta per rifare tutto, per volere dell’abate Simonetta, e poi la costruzione fu continuata dal Cardinale Brunello nel 1538, intanto che l’abbazia era caduta sotto Commenda; tra i Commendatari illustri Vi fu anche Carlo Borromeo. Nel 1497 l’abbazia era anche entrata a far parte della Congregazione Cistercense Italiana. Via via comunque la fortuna dell’abbazia scemò tanto che, nel 1774, i Cistercensi l’abbandonarono e nel 1797 i beni furono venduti. Di essa non restano che una cappelletta, un chiostro e una stanza con camino. ArchitetturaNessuna traccia resta di una chiesa antica; il Dimier parla di una chiesa costruita nel 1759 e consacrata nel 1776, oggi conservata, ma che esula dal nostro interesse. BibliografiaB. G. BEDINI, Le abazie cistercensi d’Italia, Casamari 1980 (IV ed.), pp. 129-130; C. MARCORA, Un rituale cistercense per la Badia Lodigiana di S. Stefano al Corno, in “Archivio Storico Lodigiano”, XXV1 (1978), pp. 81-94. Foto |
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