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Tiglieto

 

Storia

Il 18 ottobre 1120, in luogo anticamente detto di Civitacula, in territorio di Sassello, fu fondata la prima abbazia cistercense fuori dai confini francesi, a opera di Pietro, abate del monastero di La Ferté, che infatti è la madre di questa abbazia. Sembra che sul luogo esistesse già un monastero di monaci benedettini di San Colombano.

La prima denominazione dell’abbazia fu Santa Maria e Santa Croce de Civitacula e il nome di Tiglieto derivò, secondo il Bedini, o dalla presenza di tigli, abbondante nel luogo, o, riprendendo lo Janauschek, dal nome Teletum, dato ad un appezzamento di terreno donato il 27 agosto 1131 alla nuova abbazia dal marchese di Ponzone Anselmo II insieme alla sua famiglia.

L’abbazia fu confermata da Papa Innocenzo II nel 1132 e subito diventò assai famosa e i suoi abati ebbero notevole credito presso i papi; la sua importanza è altresì confermata dal fatto che ebbe due figlie, Staffarda e Casanova Torinese. La Commenda la toccò nel 1442: infatti Papa Eugenio IV vi nominò commendatario il fratello, il Cardinale Giorgio e non si ha alcuna notizia del fatto se fosse o meno entrata nella

Congregazione Italiana di San Bernardo nel 1497. Per l’abbazia iniziò un lungo periodo di decadenza e fu anche oggetto dell’assalto dell’esercito del Duca di Mantova, che sfondò le porte della chiesa e del monastero, iniziando la costruzione di un fortilizio, distrutto poi dalla reazione delle artiglierie genovesi.

Nel 1634 fu eretta in parrocchia e, dopo il 1644, l’ultimo Commendatario, il Cardinale Lorenzo Raggi, ne ottenne la concessione in enfìteusi perpetua per il fratello marchese Gian Battista, nel 1648. Quest’ultimo fu l’artefice di importanti lavori che interessarono sia la chiesa che i fabbricati conventuali, e da allora i membri della famiglia Raggi, si adoperarono sempre per il mantenimento del monastero, adattandone ad abitazione il fabbricato propriamente abbaziale, ancor oggi di proprietà privata.

Dal 28 luglio 2000 vi è ritornata una comunità cistercense ed è cominciata una ristrutturazione.

Sono state recuperate la Sala capitolare, l'armarium, il locutorium ed altri vani di servizio; da ultimo è stata ristrutturata la Chiesa che ha recuperato parzialmente il suo aspetto medievale ed il suo primitivo orientamento est-ovest.

Attualmente è priva di una comunità monastica.

Architettura

La chiesa abbaziale, nonostante la diretta filiazione da La Ferté, risenti parecchio dell’influsso delle maestranze locali, che vennero attivamente impiegate nella sua edificazione dai monaci cistercensi. Non si ha la data precisa di inizio della costruzione, anche se, solitamente, la fabbrica della chiesa era il primo edificio ad essere eretto dopo l’insediamento in un luogo da parte dei Cistercensi, quindi il periodo di edificazione probabile è da farsi risalire alla prima metà del XII sec.

Tutte le considerazioni sullo stato attuale e primitivo della chiesa sono riprese dal testo, già citato, del Pacini, l’architetto che si occupò, negli anni ‘50, dei rilievi e dei saggi che interessarono la chiesa in vista del suo restauro. Questa presenta la pianta a tre navate terminanti in altrettante cappelle absidali, di cui quella centrale fiancheggiata da due laterali molto più basse; tale schema architettonico, come già ricordato, risenti notevolmente delle maestranze locali, che, infatti, adoperarono le forme del Romanico diffuso in Liguria: archi a tutto sesto impostati su robusti pilastri quadrangolari; copertura delle navate con capriate e delle cappelle con volta a botte a pieno centro. L’orientamento antico era quello consueto e cioè est-ovest, con le cappelle a oriente, e non fu dotata di campanili in pietra, ma solo di una semplice struttura in legno di sostenimento alle due campane. Il transetto, la cui definizione in altezza è data dai due arconi di valico e dalla direzione della falde del tetto, perpendicolari a quelle della navata, non è aggettante, essendo i suoi muri esterni la continuazione di quelli delle navate laterali, soluzione, questa, molto diffusa nella Liguria dell’epoca. I paramenti murari sono molto accurati, realizzati con mattoni e strati di malta molto sottili.

Ancora con la famiglia monastica in vita, la chiesa subì considerevoli lavori di rifacimento (fine XVIII secolo), dovuti probabilmente al crollo delle murature portanti (anche se non vi sono documenti a comprovano)’; fu infatti ricostituita la zona corrispondente a quattro campate verso la navata a sud e tutto l’interno venne completamente intonacato, ma non arricchito da decorazioni pittoriche.

Le vicende costruttive che interessarono la chiesa non erano comunque ancora finite: infatti macchie sulla superficie dell’intonaco inducono a pensare ad un incendio del tetto, o ad un suo crollo, che lasciò quindi la chiesa scoperchiata e soggetta dunque alle intemperie. In seguito a questo fatto le cappelle furono talmente danneggiate, tanto da arrivare alla loro demolizione; gli scavi che, nel corso dei restauri effettuati negli anni ’50, hanno interessato la chiesa, hanno messo in luce le fondazioni di queste tre cappelle, a pianta pressoché quadrata, con quella centrale più grande in estensione e profondità e tutte e tre coperte con volta a botte a sezione semicircolare; rimane anche un blocco in muratura in pietra all’interno della cappella centrale, ed è ciò di quel che resta dell’altare maggiore.

Segui inoltre il cambiamento di orientamento della chiesa infatti a ponente la primitiva facciata della chiesa è quella che oggi si presenta con un paramento murario quasi intatto, anche se ne restano solo la parte centrale e destra: essa è scandita da lesene in corrispondenza dei muri che si innestano all’interno e, dalla sommità del portale in su è decorata da tre fasce di pietra e da una cornice orizzontale. Le residue parti della costruzione romanica sono visibili, anche se furono alterate dall’apertura di tre finestre termali, poi eliminate coi lavori di ripristino, che hanno invece messo in luce le originarie forme architettoniche, cioè due piccole monofore e un oculo alla sommità della navata centrale e sotto i due spioventi, e, sotto, due monofore più grandi. Più in basso la porta, unico elemento fuori centro di tutta la facciata, è oggi chiusa da una muratura in mattoni. La facciata a levante, invece, quella attuale, presenta una porta con stipiti e arco in conci di pietra bianca e nera a fasce alternate, ed è sormontata da una bassa cuspide; nel complesso l’insieme architettonico fa ritenere la sua provenienza da un monumento della zona di Genova, con i caratteri dell’architettura gotica ligure, probabilmente del quattrocento; ai due lati si trovano due piccole porte rettangolari, sovrastate, come la centrale, da ampie finestre a semicerchio; il timpano della navata centrale è leggermente sopraelevato dagli spioventi delle laterali e sulla facciata sono chiaramente leggibili, dopo l’asportazione dell’intonaco che la ricopriva, le tracce dei tre arconi che dal transetto si aprivano sulle cappelle, con quello centrale molto più alto dei laterali.

Oltre al cambiamento di direzione, la chiesa subì anche quello delle volte di copertura, che oggi presenta una pesante volta a botte nella navata centrale e crociere sulle navate minori; ciò significò anche la modifica dei tetti, il tamponamento dei vani di apertura delle cappelle verso l’interno, come già ricordato, le nuove quattro arcate del presbiterio, con accorciamento delle collaterali, che ospitarono nella nuova posizione gli altari minori, e creazione delle due sagrestie, la costruzione delle crociere delle laterali con l’abolizione del vecchio transetto, degli archi a sesto ellittico sotto i più alti a pieno centro. Venne inoltre edificato il campanile e costruito il battistero; in questa forma, alterata anche dagli speroni di rafforzamento, richiesti dalle gravi condizioni statiche delle murature, soggette alla spinta delle volte, la chiesa è giunta fino a noi.

Visite su appuntamento contattando abbazia.tiglieto@gmail.com

Bibliografia

IGHINA M. – MAZZINO E., Di Isnardo Malaspina e della tomba della badia di Tiglieto, in “Bollettino Linguistico”, XIII, 1961, 1-2, pp. 21-36.

PACINI R., La chiesa dell’abbazia di Tiglieto. Indagìni per un restauro, in “Bollettino Linguistico” VII, 1955, 1-4, pp. 33-55.

PISTILLI P. F., Il monastero di Tiglieto: cenni storici, in “Rivista Cistercense”, V, 1988, pp. 128-155.

PISTILLI P. F., S. Maria di Tiglieto: prima fondazione cistercense in Italia (1120), in “Arte Medioevale”, II Serie, IV, n. 1, 1990, pp. 117-149.

Foto

Lato est abbazia Facciata attuale della chiesa Scorcio della facciata attuale della chiesa Facciata attuale della chiesa
Veduta della chiesa da nord ovest Abside della chiesa Abside della chiesa Campanile
Campanile Campanile Porta Porta facciata est Porta facciata est
Navata centrale della chiesa Archi della navata centrale Archi della navata centrale Navata centrale della chiesa Controfacciata
Navata centrale della chiesa Navata laterale della chiesa Navata laterale della chiesa Navata laterale della chiesa Coro
Coro Portale della chiesa Tabernacolo Particolare tabernacolo La colomba eucaristica
Crocifisso dell’altare Crocifisso dell’altare Monofora Monofora navata sud Veduta della chiesa
Veduta della chiesa Lato sud della chiesa Lato sud della chiesa Giardino del chiostro verso il capitolo
Giardino del chiostro verso il capitolo Lesena del chiostro Esterno del capitolo Esterno del capitolo Capitolo
Capitolo Capitolo Interno del capitolo Veduta interna della trifora del capitolo Interno del capitolo
Interno del capitolo Capitello del capitolo Lesena del capitolo Capitello del capitolo Capitello del capitolo
Basamento della colonna del capitolo Lesena del capitolo Lesena del capitolo Volta del capitolo Volta del capitolo
Volta del capitolo Volta del capitolo Finestre del capitolo Particolare della trifora del capitolo Particolare della trifora del capitolo
Particolare della trifora del capitolo Particolare della trifora del capitolo Veduta interna della trifora del capitolo Trifora del capitolo Trifora del capitolo
Porta del locutorium Locutorium o passaggio Finestra del dormitorio Esterno Esterno
Il mulino nuovo Il mulino nuovo Il ponte romanico Il ponte romanico
Porta Monofora Serafin Avendano, Processione liturgica (inizio XX sec.), Museo del PRADO, Madrid  
Tiglieto
Nome completo: Santa Maria alla Croce di Tiglieto 
Nome originario: Tiletum 
Nomi alternativi: Badia di Tiglieto 
 
Ordine originale: Cistercensi 
Ordine attuale:  
Congregazione attuale:  
Filiazione di: Ferté, la
Linea di: Ferté, la
N. di fondazione: (Janauschek): 14 
Stato Giuridico: Abbazia 
Figlie
  1. Staffarda (25/07/1135-1750)
  2. Casanova di Carmagnola (28/06/1150-1775)
 
Date
Fondata nel: 1120 
Cistercense nel: 18/10/1120 
Chiusa nel: 1648 
Riaperta nel: 2000 
Richiusa nel: 2011 
Indirizzo

16010  Tiglieto (GE)
Italia
Regione: Liguria 
Nazione: Italia 
Diocesi antica: Aquensi
Diocesi attuale: Aqui Terme
Coordinate:
44.5224301221342, 8.60367263705281
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Latitudine: 44° 31' 20''
Longitudine: 8° 36' 13''
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Wiki     
Stato dell’edificio: Intatto senza comunità
Stile dell’edificio: Cistercense primitivo
Visita: Possibile
Attività
Lavori:
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