Agostino di Montalto, Sant’ |
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StoriaL’abbazia di Sant’Agostino non è mai citata negli Statuti dei Capitoli Generali e le notizie che la riguardano sono assai scarse. Già esisteva quando all’inizio del XIII secolo fu offerta a Clairvaux, che per motivi di lontananza, preferì divenisse filiazione di Tre Fontane che vi inviò alcuni monaci nel 1234. In una lettera datata 22 aprile 1250 papa Innocenzo IV chiese all’abate di Tre Fontane di acquistare Sant’Agostino ma ciò probabilmente non accadde perché in una bolla di Onorio III del dicembre 1258 l’abbazia risulta ancora figlia di Sant’Anastasio. Da questa data il monastero non è più citato e nel 1373 non compare nella lista di abbazie cistercensi laziali che devono pagare il sussidio straordinario chiesto da Urbano V. Bedini ha localizzato i resti della chiesa vicino a Montalto di Castro, all’interno della tenuta del marchese Guglielmi, su una collina denominata Sant’Agostino Vecchio, dove secondo «secondo la tradizione degli agricoltori locali» sorgeva anticamente un monastero. ArchitetturaDel complesso restano solo parti della chiesa, trasformata in magazzini e casa colonica. Sono riconoscibili «nel lato posteriore due finestre romaniche in pietra che dovevano illuminare il presbiterio, e a fianco una piccola abside coronata da archetti con dadi di sostegno, fiancheggiata da costolonature verticali monostili. [e] bassi archi a tutto sesto sui quali doveva poggiare la volta a botte». Secondo Bedini «originariamente la costruzione costituiva una piccola chiesa romanica con presbiterio quadrato con due cappelle laterali delle quali non rimane che l’esterno di un’abside». BibliografiaMonasticon Italiae, I, Roma e Lazio, a cura di F. Caraffa, Cesena 1981, p. 149, sch. 132. Foto |
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