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Viterbo

 

Storia

La presenza delle Monache cistercensi in Viterbo risale al 1276, quando esse occupavano il Monastero della Madonna del Paradiso, situato allora fuori della città.

Dopo tre secoli si desiderò scegliere una nuova località. Il Signore affida l’incarico di questa nuova fondazione a Donna Geronima Orsini, duchessa di Parma, Piacenza e Castro, donna di singolare bontà e pietà che ne divenne la fondatrice, la madre e la patrona.

Il 1° gennaio 1557, sotto il Pontificato di Paolo IV, la Sacra Penitenzieria, alla quale presiedeva il card. Ranuccio Farnese, figlio della stessa Duchessa, inviava il breve di fondazione, secondo il quale il monastero doveva essere esente da qualsiasi giurisdizione dell’Ordine, ma alla diretta dipendenza del Sommo Penitenziere, pur usufruendo di tutti i benefici temporali e spirituali di cui godevano i monasteri dell’Ordine Benedettino.

La Duchessa comperò un palazzo in Viterbo, lo dotò di casette rurali, campi e orti per il valore di circa dodici mila scudi e trasformò l’edificio in un funzionale monastero. Venticinque giovani, in gran parte sue vassalle, diedero inizio alla nuova istituzione. In vista dello sviluppo del monastero, la Duchessa continuava a provvederlo di tutti gli stabili necessari. Nel 1560 acquistò a questo fine un mulino in Viterbo per 360 scudi e un orto presso la Porta di S. Sisto per 100 ducati.

Ma la Duchessa avvertiva il bisogno di una guida per la formazione spirituale e religiosa delle giovani aspiranti. Chiese ed ottenne dalla Penitenzieria che, dal Monastero benedettino di S. Maria degli Angeli di S. Fordiano di Fírenze, sei monache passassero alla Comunità di Viterbo. Respingendo queste la richiesta, la Duchessa si rivolse al Monastero di S. Donato in Polveroso, dal quale ottenne il contingente desiderato. Al momento in cui esse entravano in Viterbo, la Comunità aveva già raggiunto i trenta membri.

Passato qualche tempo, le nuove arrivate chiesero alla Duchessa l’autonomia del monastero con amministrazione e governo propri. La Duchessa non lo concesse e allora le monache tornarono al loro monastero di origine.

In seguito a una dotazione per l’unione del nostro monastero con la Visitazione di Castro, la Duchessa insistette per la fusione delle due Comunità. Le nostre non accettarono ed allora la Duchessa sottrasse loro ogni sovvenzione. Ma non desistette dal suo disegno e sollecitò dai Superiori l’annessione del nostro a quel monastero.

Così il 21 marzo 1566 le monache sollecite all’adempimento della volontà di Dio, espressa loro dai Superiori, partirono alla volta di Castro. Erano tre professe e quindici tra novizie e converse.

Nell’agosto del 1569, la Duchessa morì.

In occasione della visita del Priore Generale dell’Ordine, le monache chiesero di poter ritornare nel loro monastero di Viterbo. La domanda, presentata al card. Farnese, ebbe risposta negativa. Ma, tornando l’Abate generale in Francia, passò per Parma e trattò con il Duca della incresciosa situazione delle monache. Avendo di ciò informato suo fratello, il Cardinale, nel maggio del 1572 egli ottenne il beneplacito per il ritorno della Comunità a Viterbo.

Ma per ulteriori difficoltà, esse poterono rientrare nella loro antica sede solo l’11 luglio 1574. Il 15 maggio 1615 fu consacrata la nuova chiesa.

Il monastero andò sempre ampliandosi fino a raggiungere la capienza di cinquecento monache.

Aperte ai segni dei tempi, le Cistercensi di Viterbo ne hanno seguito l’evoluzione in campo ecclesiale.

Recentemente, al Vicario episcopale dei Religiosi, che desiderava conoscere quali fossero le iniziative della Comunità per far comunione di preghiera con i sacerdoti, religiosi, laici ecc. essa ha potuto sottomettere un ricco programma di celebrazioni, istruzioni, incontri, corsi di predicazione che si svolgono nella sua chiesa.

Il posto prioritario lo detiene l’adorazione quotidiana del SS. Sacramento esposto. L’adorazione stessa è assicurata dalla Pia Unione Donne Adoratrici, organizzata dalla Comunità.

"Il nostro monastero – conclude la cronista – a tutt’oggi, non è solo scuola e centro di preghiera, ma è l’unico centro e l’unica scuola di preghiera eucaristica di Viterbo".

In questo monastero si santificò la Serva di Dio Donna M. Benedetta Frey (1913-1936).

Inchiodata a letto per 52 anni da una paralisi generale, che la costringeva a tener sempre il capo ripiegato, stette in questa posizione crocifiggente fino alla morte.

Confermata la fama della sua santità da grazie e prodigi, ottenuti per sua intercessione, conclusisi felicemente due processi diocesani sulla santità e gli scritti di lei, nel 1970, la Sacra Congregazione per la causa dei Santi li apriva canonicamente per l’introduzione della causa di Beatificazione.

Bibliografia

Monasticon Italiae, I, Roma e Lazio, a cura di F. Caraffa, Cesena 1981, p. 196, sch. 303.

Viterbo
Nome completo: Visitazione della Beata Vergine Maria 
Nome originario: Visitationis B.M.V. 
Nomi alternativi: Monastero della Duchessa 
   
Ordine originale:  
Ordine attuale: Cistercensi 
Congregazione attuale: Fœderatio Monialium Italiæ 
Filiazione di:  
Linea di:  
N. di fondazione: (Janauschek):  
Stato Giuridico:  
Figlie
 
Date
Fondata nel: 1557 
Cistercense nel: 1557 
Chiusa nel:  
Riaperta nel:  
Richiusa nel:  
Indirizzo
Monastero della Duchessa
Via S. Pietro, 30
01100  Viterbo (VT)
Italia
Regione: Lazio 
Nazione: Italia 
Diocesi antica:
Diocesi attuale: Viterbo
Coordinate:
42.41331042564661, 12.10746090172714
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Latitudine: 42° 24' 47''
Longitudine: 12° 6' 26''
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