SS. Trinità a Spineta |
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StoriaLe origini sono incerte. Secondo il testamento, conservato in copia, la contessa Uvillia, nel luglio 805 lasciò i fondi necessari per la costruzione dell’abbazia. Questo documento tuttavia non è conosciuto dagli storici che forniscono le poche e frammentarie notizie relative a Spineta. Il Kehr data, invece, la fondazione al 1085 da parte della contessa Giulia, vedova del conte Pepone. Nel 1112 essa è donata ai Vallombrosani. Del periodo occupata dei vallombrosani si conoscono diversi documenti che lasciano supporre una buona consistenza economica, mentre si sa quasi nulla per la vita spirituale e artistica dell’insediamento. All’inizio del secolo XVI fu concessa in commenda. Tra i documenti consultati risulta che nel 1527 fu concessa al cardinale Tiberio Peruschi. Non è possibile ritenere che egli fosse il primo commendatario. Nel 1627 è commendatario il cardinale Francesco Barberini che il 19 settembre dello stesso anno la donò ai cistercensi per pagare in parte l’acquisto di cestello in Borgo Pinti, che divenne la nuova sede delle Carmelitane di S. Maria degli Angioli. Subito dopo i cistercensi inviarono una colonia di monaci della comunità di Cestello in San Frediano. L’abate di Spineta, dalla seconda metà del secolo XVII, è quasi sempre membro del Reggimento della Provincia Toscana della Congregazione di San Bernardo in Italia. Nel 1783 fu soppressa, come le altre abbazie cistercensi toscane. Tra il 1783 e il 1787 è liquidato il patrimonio di Spineta. Non ci sono tracce di rilevante importanza della struttura architettonica. (Goffredo Viti) BibliografiaL. JANAUSCHEK, Originum Cisterciensium, tomo I, Vindobonae 1877, ristampa anastatica Ridgewood (U.S.A.) 1964, p. LXIX; G. VITI, I Cistercensi ritornano a Firenze, in "Notizie Cistercensi", XI (1978), p. 147.
FONTI INEDITE ARCHIVIO DI STATO DI FIRENZE: Compagnie Religiose Soppresse: filza 386, fascicolo 2; 386, 4; 388, 8; 396, 18; 406, 34; 411, 50; 551, 535. Regio Diritto, filza 5270, 5279, 5280, passim. Diplomatico dei cistercensi, n° 38, seconda parte, passim. Segreteria di Stato, voll. 43-50, passim.
FONTI EDITE KEHR, 1908, vol. III, p. 236.
LETTERATURA LUBIN, 1693, p. 371. BACCETTI, 1742, p. 270. REPETTI, 1833-1846, vol. I, p. 194; vol. V, pp. 175, 178, 452. JANAUSCHEK, 1877, p. LXIX. COTTINEAU, 1939, vol. II, col. 3078. Foto |
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