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Chiaravalle di Fiastra

 

Storia

Chiaravalle di Fiastra sorge nella bassa valle del Chienti in prossimità dell’omonimo fiume, dove già nel 971 è menzionata una chiesetta. Secondo alcuni studiosi, l’abbazia, sarebbe sorta sul medesimo luogo inglobando a sé il preesistente edificio benedettino. In realtà questa convinzione, secondo Cadei, deriva da un errore tramandato nei secoli dagli storici, rispetto ai quali già nel 1877 Janauschek prende le distanze smentendo tale ipotesi.

Nel 1142 (sebbene vi siano innumerevoli controversie sull’esattezza di questa data) fu fondata l’abbazia per volere del duca di Spoleto e marchese di Ancona Guarnerio II; il quale, dietro esplicita richiesta all’abate Bruno, invitò ad insediarsi nelle Marche dodici monaci cistercensi, provenienti da Chiaravalle di Milano.

Dalla sua fondazione alla metà del XIII secolo, oltre al consenso spirituale sempre crescente dei fedeli, il monastero acquisisce e consolida notevoli ricchezze e potere: grazie all’espansione nel territorio, infatti, incrementa la consistenza della proprietà fondiaria ed allarga sempre più le maglie della propria giurisdizione. Anche Fiastra, come ogni altra abbazia cistercense, esercita diritti giuridici e giurisdizionali in virtù del praeceptus libertatis conferitole da Eugenio III e dai suoi successori, oltre che dai vari imperatori a partire da Enrico IV fino a Federico II.

Intorno al 1200 circa l’abbazia giunge all’apice del successo, particolarmente economico: è infatti grazie all’abilità organizzativa, agricola e artigianale dei monaci e dei fratelli conversi, che le grange diventano veri e propri centri economici fiorenti ed autonomi. I cistercensi di Fiastra fanno la loro comparsa sui mercati locali, oltre a primeggiare in altre attività come quella marittima, mercantile, creditizia e culturale, legata quest’ultima alla vita dello scriptorium.

Dal XIII al XV secolo il monastero si avvia, a poco a poco, verso un lento ma irreversibile declino. A ciò si accostano eventi disastrosi quali il saccheggio della Società di S. Giorgio di John Hawkood del 1381, ed il successivo e ben più devastante del 1422 per mano di Braccio da Montone e delle sue truppe. Nel 1456 l’abbazia viene sottoposta al regime commendatario di Rodrigo Borgia (futuro Alessandro VI), per giungere al collasso definitivo sotto la guida sconsiderata dell’ultimo abate commendatario cardinale Sforza.

Nel 1581, il papa, cede il monastero e tutti i suoi possedimenti al Collegio Romano della Compagnia di Gesù. Nel 1613 Fiastra entra a far parte della Congregazione Cistercense Romana e, dietro disposizione di Urbano VIII, furono invitati a Roma i pochi cistercensi rimasti nell’abbazia. Nel 1773 la Compagnia di Gesù venne soppressa ed il monastero con tutti i suoi beni, fu ceduto in enfiteusi perpetua al marchese Bandini.

Nei primi anni del XIX secolo, Sigismondo Giustiniani Bandini, fa costruire sul lato sud del chiostro la sua residenza in stile neoclassico. Dopo la sua morte, nel 1963, l’abbazia e tutto ciò che le appartiene passa in eredità alla Fondazione Giustiniani Bandini, cui tutt’oggi fa capo e che attualmente ha sede in detta residenza.

Dal 1985 il monastero è stabilmente abitato da una piccola comunità cistercense, proveniente da Chiaravalle di Milano.

(Tomassini, Silvia)

Alle ore 10 del 5 agosto 2018 i monaci lasciano l'abbazia

Architettura

Chiaravalle di Fiastra fa parte del gruppo padano delle abbazie cistercensi. Infatti la struttura architettonica aderisce allo stile padano, di cui i cistercensi sono importatori nelle Marche. Anche l’uso dei mattoni nel paramento murario è una innovazione padana. La pianta dell’abbazia, invece, è di derivazione borgognona e si caratterizza per la chiesa a tre navate, otto campate, il transetto sporgente, quattro cappelle laterali quadrangolari, l’abside “bernardino” a pianta quadrata.

L’alzato rivela una evoluzione stilistica data l’evidente stratigrafia muraria dell’edificio: si scorgono, infatti, cambiamenti di materiale del sistema di coperture come dei sostegni. È evidente l’uso di materiale di recupero (facilmente reperibile dalle rovine della vicina città romana di Urbs Salvia) e la presenza della volta a botte, leggermente acuta, nelle due cappelline laterali.

Il complesso dei sostegni è caratterizzato da un nucleo quadrato, a cui si alternano semicolonne in numero variabile, per conferire robustezza al pilastro a seconda della sua funzione strutturale. I massicci pilastri che preludono al coro e gli ultimi due della navata centrale, sono a sezione quadrata senza piedritti addossati. I sostegni, si oppongono alla spinta delle navate laterali ed hanno una sezione quadrangolare di minori dimensioni. Ad essi poggia una semicolonna che da terra si interrompe all’altezza di una sottile cornice, che corre lungo la sommità degli archi che separano le navate.

I culots delle semicolonne pensili sono in pietra bianca, lisci o scolpiti a bassorilievo; mentre i capitelli, sempre in pietra, presentano i classici crochets cistercensi (terminazioni vegetali aggettanti e uncinate) e rari elementi figurativi.

Sugli abachi dei capitelli della terza coppia di pilastri da ovest, si leggono quattro iscrizioni delle quali tre, potrebbero ritenersi nomi di alcuni dei muratori che lavorarono al cantiere fiastrense: IHX- XPS- Berardus- Beous- Befuas.

Il cleristorio è costituito da monofore sganciate a tutto sesto, con profilature multiple all’esterno. Vi era inoltre una torre nolare oggi scomparsa.

Nel 1473, per opera del cardinale commendatario Latino Orsini, fu rifatta parte della copertura della chiesa, sul tiburio e sul chiostro, per rimediare ai danni subiti durante il saccheggio di Braccio da Montone del 1422. A parte questa ricostruzione, la chiesa fiastrense non sembra aver avuto rilevanti rifacimenti.

La facciata è stata attribuita alla fase gesuitica dell’abbazia sull’impronta di un revival medievistico, che l’accentuata cromia del portale e del rosone rivela, unitamente ad una certa approssimazione d’intaglio. Ai primi anni del ’200 è stato attribuito il portale, che si struttura a ghiera multipla poggiante su un’unica mensola decorata con crochets e retta a sua volta da tre colonnine per parte, alternate a riseghe.

Infine, la facciata, è coronata da un tetto a capanna originario in cui venne inserito un timpano triangolare molto ribassato. Il punto di attacco del tetto, è accompagnato da una serie di archetti intrecciati in laterizio, che delimitano la porzione di muratura entro cui si apre il rosone.

Al portale esterno corrisponde quello che accede direttamente alla chiesa, in marmo rosso, verde e bianco, ad incorniciatura multipla a tutto sesto, dove alle quattro colonnine e due pilastrini ottagonali della strombatura, corrispondono due ghiere tondeggianti ed una terza a sezione ottagona. L’archivolto poggia su due mensole continue, di cui l’una (sinistra) è scolpita con foglie e l’altra con accentuati crochets. Anche questo è da attribuire alla creazione gesuitica di forme pseudo-cistercensi. Il fianco nord della chiesa si accosta al portico decorato da un fregio di archetti ciechi, simile a quello di facciata.

Il lato sud affaccia sul cortile in mattoni (totalmente rifatto nel XV secolo), che presenta archi ribassati poggianti su tozzi pilastri ottagonali, ampliando il perimetro originario del chiostro. Sulla porzione meridionale si innesta il palazzo Bandini, costruito agli inizi del XIX secolo sugli ambienti del noviziato, del calefactorium, del refettorio dei monaci e della cucina. Gli unici ambienti rimasti intatti oltre la chiesa, sono il refettorio dei conversi e l’aula capitolare. Intorno alla fine del XII secolo si collocano il corridoio dei conversi e il dispensario.

Nel lato dei monaci, al piano superiore, tra il 1980 e il 1990 sono state riaperte le monofore dell’antico dormitorio.

(Tomassini, Silvia)

Arte

Le poche decorazioni pittoriche presenti nell’abbazia di Fiastra, risalgono al XV secolo e si devono alla cura e all’interessamento del cardinale commendatario Latino Orsini. Infatti, in base alle indicazioni che gli affreschi del presbiterio ed alcune pianelle del tetto ci forniscono, l’anno di esecuzione dei lavori è da individuarsi nel 1473.

Sotto il rosone del presbiterio domina una “Crocifissione”, mentre ai lati, in due nicchie originariamente monofore, “S. Benedetto” e “S. Bernardo” con il cardinale Latino Orsini inginocchiato. L’affresco è attribuito a Giovanni Boccati e reca la data 1473. Sulla parete destra troviamo il dipinto seicentesco che raffigura “S. Girolamo” penitente nel deserto.

L’affresco situato nella navata laterale destra risale al 1539 e raffigura una “Madonna con Bambino”, tra S. Nicola di Bari e S. Sebastiano. Nel terzo pilastro a sinistra della navata centrale, sempre del 1539, è raffigurato “S. Amico”; mentre nell’ultimo pilastro a sinistra troviamo un’altra “Madonna con Bambino”, in stile gotico internazionale, attribuito alla Scuola marchigiana dei fratelli Salimbeni da San Severino, della fine del XIV secolo.

La prima cappella laterale di sinistra è dedicata a S. Rita, dove è conservato il sarcofago in pietra grigia del principe Sigismondo Giustiniani Bandini.

La seconda cappella, pure a sinistra, è dedicata a S. Benedetto e vi è rappresentata “l’Annunciazione”; alla sua sinistra è raffigurato “S. Pietro” con la croce, il libro e il pesce. A destra è rappresentata “S. Caterina di Alessandria” con la ruota dentata, attribuita a Girolamo di Giovanni della Scuola Camerinese.

La prima cappella a destra è dedicata alla Madonna di Loreto: nella volta a botte è raffigurata la “Traslazione della S. Casa da Nazareth a Loreto”. Il dipinto è attribuito alla Scuola bolognese del XVII secolo.

La seconda cappella, anch’essa a destra, è dedicata a S. Bernardo ed è artisticamente la più interessante: vi sono raffigurate scene della vita di “S. Paolo e S. Antonio” eremiti. In fondo a sinistra c’è l’apostolo “S. Giacomo” (di attribuzione incerta), mentre a destra, maestosa, l’immagine di “S: Antonio Abate”. Nel primo riquadro della parete destra è raffigurato l’incontro tra “S. Antonio e S. Paolo”; nel secondo riquadro invece, sono rappresentati i due santi in preghiera, mentre nel terzo S. Antonio che seppellisce S. Paolo.

Vi sono inoltre due dipinti su tela collocati nelle pareti del transetto, che affacciano verso le cappelle: l’una rappresenta “l’Annunciazione” (di cui è ignoto l’autore) e fungeva da pala d’altare nel presbiterio; l’altra raffigura “S. Ignazio di Lojola” (attribuita forse ad Alessandro Ricci da Fermo), fondatore dei Gesuiti, ed era addossata alla porta del dormitorio dei monaci.

(Tomassini, Silvia)

Bibliografia

A. Cadei, Chiaravalle di Fiastra, in “Storia dell’Arte”, XXXIV, 1978, pp. 247-288.

A. Cadei, Fiastra dopo Fiastra, in Le abbazie delle Marche. Storia e Arte, Roma, 1992, 363-375.

L. Fraccaro De Longhi, L’architettura delle chiese cistercensi italiane, con particolare riferimento ad un gruppo omogeneo dell’Italia Settentrionale, Milano, 1958.

O. Gentili, L’Abbazia di S. M. di Chiaravalle di Fiastra, Roma, 1978.

W. Hagemann, Studien und Dokumente zur Geschichte der Marken in Zeitalter der Staufer, in Quellen und Forschungen aus italienischen Archivien und Biblioteken, vol. 41, Tubingen, 1961.

L. Lekai, I cistercensi. Ideali e Realtà, Certosa di Pavia, 1989.

D. Negri, Le abbazie cistercensi in Italia, Pistoia, 1981.

E. Ovidi, Le carte dell’abbazia di Chiaravalle di Fiastra, Ancona, 1908.

A. M. Romanini, Chiaravalle di Fiastra e la prima architettura “bernardina” , in La valle del Fiastra tra Antichità e Medioevo. Atti del Convegno di studi Maceratesi, Abbadia di Fiastra-Tolentino, 1987 (Studi Maceratesi, 23), Macerata, 1990, pp. 163-187.

G. Viti, I cistercensi nelle Marche, in Aspetti e problemi del monachesimo nelle Marche. Atti del Convegno di Studi tenuto a Fabriano, monastero di San Silvestro Abate, 4-7 giugno 1981, Fabriano, 1982, vol. I, pp. 107-134.

G. Viti, Architettura cistercense. Fontenay e le abbazie in Italia dal 1120 al 1160, Ed. Casamari-Certosa di Firenze, 1995.

Foto

Panorama Veduta del lato dei conversi Veduta del piazzale antistante la chiesa Veduta del lato dei conversi Veduta del lato dei conversi
Edifici a sinistra della chiesa Veduta del lato dei conversi Veduta Veduta Ingresso all’abbazia
Particolare del portale del nartece Particolare del portale del nartece Particolare del portale del nartece Particolare del portale del nartece Pilastro nel nartece
Pilastro nel nartece Pilastro nel nartece Pilastro nel nartece Pilastro nel nartece Pilastro nel nartece
Capitello del nartece Capitello del nartece Capitello del nartece Capitello del nartece Capitello del nartece
Trifore del nartece Trifore del nartece Trifora del nartece Trifora del nartece Ingresso del nartece
Particolare del portsale del narcete Facciata della chiesa Facciata della chiesa Facciata della chiesa Particolare della facciata della chiesa
Portale della chiesa Porta dei monaci in chiesa Portale della chiesa Porta dei monaci nel chiostro Portale della chiesa
Particolare del portale della chiesa Particolare del portale della chiesa Particolare del portale della chiesa Particolare del portale della chiesa Navata centrale della chiesa vista dall’ingresso
Navata centrale della chiesa Navata centrale della chiesa vista dall’ingresso Navata laterale sinistra della chiesa Navata laterale sinistra della chiesa Scorcio della navata laterale sinistra della chiesa
Navata laterale sinistra della chiesa Navata laterale destra della chiesa Navata laterale destra della chiesa Navata centrale della chiesa vista dall’altare Navata laterale sinistra della chiesa
Pilastro della chiesa Pilastro della chiesa Capitello della chiesa Capitello della chiesa Capitello della chiesa
Capitello della chiesa Capitello della chiesa Capitello della chiesa Capitello della chiesa Capitello della chiesa
Capitello della chiesa Vele della navata centrale della chiesa Ex sacrestia Ex sacrestia Scala per il dormitorio dalla chiesa
Cappella del transetto della chiesa Cappella del transetto della chiesa Monofora della navata laterale della chiesa Monofore della chiesa Rosone
Rosone della facciata della chiesa La chiesa vista dall’esterno Chiostro, lato della chiesa La chiesa vista dal chiostro La chiesa vista dal chiostro
Giardino del chiostro verso la chiesa Chiostro, lato del dormitorio Chiostro, lato del capitolo Veduta del chiostro Giardino del chiostro verso il capitolo
Chiostro, lato del refettorio Chiostro, lato del refettorio Chiostro, lato dei fratelli conversi Chiostro, lato dei fratelli conversi Chiostro, lato dei fratelli conversi
Lato ovest del chiostro Scorcio del chiostro Pozzo del chiostro Portale del capitolo Portale del capitolo
Capitolo Capitolo Capitolo Capitolo Scorcio del capitolo
Capitolo Capitolo Capitolo Colonna del capitolo Finestra del capitolo
Vetrata del capitolo Capitello del refettorio Refettorio Refettorio Porta per il dispensario dall’esterno del monastero
Dormitorio dei conversi Dormitorio dei conversi Dormitorio dei conversi prima dei restauri Dormitorio dei conversi Dormitorio dei conversi
Complesso antistante l’abbazia Museo Il palazzo Bandini visto dal chiostro Edificio antistante il monastero La fondazione Giustiniani Bandini vista dal parco
Ingresso al parco Cantina Cantina Cantina Affresco su un pilastro della chiesa
Affresco nella navata destra della chiesa Affresco nella navata destra della chiesa Particolare dell’affresco dell’abside della chiesa Torchio nell’ex sacrestia Stemma di famiglia
Stemma di famiglia     
Chiaravalle di Fiastra
Nome completo: S. Maria di Chiaravalle di Fiastra 
Nome originario: B.M.V. Claraevallis de Fiastra;Cliente;Chiaravalle del Chienti 
Nomi alternativi:  
 
Ordine originale: Cistercensi 
Ordine attuale:  
Congregazione attuale:  
Filiazione di: Chiaravalle Milanese
Linea di: Clairvaux
N. di fondazione: (Janauschek): 162 
Stato Giuridico: Abbazia 
Figlie
 
Date
Fondata nel: 1142 
Cistercense nel: 29/11/1141 
Chiusa nel: 1624 
Riaperta nel: 1985 
Richiusa nel: 2018 
Indirizzo
Abbazia di S. Maria di Chiaravalle di Fiastra

62029  Tolentino (MC)
Italia
Regione: Marche 
Nazione: Italia 
Diocesi antica:
Diocesi attuale: Macerata
Coordinate:
43.22154991160262, 13.4050736004496
Google Maps wikimapia

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Latitudine: 43° 13' 17''
Longitudine: 13° 24' 18''
Contatti
Telefono: +39 (0733) 202190 
Fax +39 (0733) 202112 
e-mail monacifiastra@gmail.com
Indirizzo Web Web

Wiki     
Stato dell’edificio: Intatto senza comunità
Stile dell’edificio: Cistercense primitivo, Rinascimentale, Barocco - Rococò
Visita: Possibile
Attività
Lavori:
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