Assumption Abbey

Storia

Il nome Ava deriva dall’omonima cittadina, ove i monaci si recano per le necessità della casa. Nei primi tempi, l’abbazia era più nota col nome devozionale di Assunzione, scelto, in sintonia con la tradizione cistercense, per onorare il dogma proclamato nel 1950, appena un mese dopo la fondazione.

Lo Stato del Missouri prende il nome dal grande fiume che, dalle Montagne Rocciose settentrionali, scorre verso sud-est e si getta nel Mississipi, proprio entro l’area cittadina della capitale, St. Louis. Questa metropoli, antico insediamento francese, è oggi cosmopolita, ma ancora prevalentemente cattolica; è un importante nodo ferroviario, al punto da esser chiamato “porta del nord”. Il resto del paese condivide la cultura anglosassone protestante dello storico sud di fede battista.

Ava è uno dei tanti toponimi originariamente usati lungo la costa atlantica e, successivamente, trasportati a tappe e più volte riutilizzati dai colonizzatori in migrazione verso ovest. Si adagia su un ampio terrazzo collinoso, denominato Ozarks, coperto in gran parte da boschi, che sfoggia un paesaggio lussureggiante, disseminato di “archi” calcari, donde il nome francese “Aux arcs”, anglicizzato in “Ozarks”.

Il suolo, sotto li profilo agricolo, è povero, e la popolazione ricorda gli abitanti della “Hillbilly Bible Belt” (regione biblica di rozzi montanari) degli Appalachi, famosa per i suoi prodotti artigianali, per i canti popolari e per la fede semplice.

Il monastero sorge a 312 metri sul livello del mare; la sua proprietà si eleva, a un miglio di distanza, per altri 60 metri e si abbassa di 78 metri nel punto in cui la strada si incrocia con il corso d’acqua.

Il clima, piuttosto mite, ha indotto i monaci a tentare varie coltivazioni, ma con scarso successo. La fabbrica di blocchi con sabbia di fiume ha dato inizialmente risultati positivi, ma ora anch’essa è fallita. L’ultimo tentativo, che lascia ben sperare, è la confezione, e spedizione per posta, di dolci.

La grande caratteristica di Ava è la solitudine, accentuata dall’abbandono dell’agricoltura e dalla conseguente crescita dei boschi. I monaci, in verità, sono stati separati dal mondo sin dall’inizio: per costruire la prima strada che conduce al vicino abitato, hanno dovuto essi stessi abbattere gli alberi. Vi sono villaggi distanti non più di 8 km, ma la prima città, Ava, è a 32 km, e l’episcopio, con sede a Springfield, dista altri 80 km.

La comunità ha mostrato, tuttavia, un’ammirevole tenacia nel tentativo di dominare l’asprezza di quelle colline. Oggi può, così, ospitare nelle sue terre una colonia di eremiti ed assicura l’assistenza a “Nostra Signora dei Filippini”.

Il complesso edilizio è di modeste dimensioni, sebbene in partenza si mirasse ad obiettivi più lusinghieri. La realizzazione dell’attuale impianto, che copre 2323 metri quadrati, ha richiesto 11 anni di lavoro (1960-71) ed una somma di 350.000 dollari.

Ava, nonostante le difficoltà, ha già dato una grande testimonianza di vita raccolta, laboriosa ed austera nell’area di Ozarks. Auguriamo alla comunità un avvenire più luminoso.