New Clairvaux

Storia

Il nome New Clairvaux è stato imposto all’abbazia che presentiamo nel quadro dei festeggiamenti per l’ottavo centenario della morte di san Bernardo, nel 1953: la comunità della casa-madre, Gethsemani, intendeva in tal modo onorare la memoria del santo con un insediamento improntato allo studio ed all’attualizzazione della dottrina dei padri dell’Ordine. La fondazione ebbe luogo nel 1955.

Negli altri monasteri, tuttavia, si preferisce chiamarla Vina, ed a ragione. Vina è, infatti, la versione inglese del vocabolo spagnolo “vina” (vigna), rimasto ad indicare la proprietà su cui è sorta l’abbazia, coltivata a vigna fino al 1920, anno del divieto delle sostanze alcooliche negli Stati Uniti.

Lo Stato della California, che copre più della metà della costa statunitense sul Pacifico, è famoso per le missioni spagnole, per la corsa all’oro, per i “ranch” su un suolo riarso e polveroso, per i divi del cinema e per la gioventù eccentrica. Ha una popolazione cattolica al 25 per cento; in qualche zona, al 50 per cento.

L’abbazia si trova a circa 150 km. a nord di Sacramento, a metà strada tra Chico e Red Bluff. Sorge sulla sponda orientale del fiume Sacramento, proprio allo sbocco del Deer, affluente legato alla fama di Ishi, ultimo indiano californiano dallo stile di vita primitivo. Gode, su tre lati, di una magnifica vista di monti, alcuni vulcanici altri perennemente innevati, dall’altimetria oscillante tra i 2700 e i 4720 metri.

L’area circostante l’abbazia, come tutta la valle di Sacramento, è pianeggiante, persino piatta: dal fiume, ove i monaci posseggono un frutteto, fino al complesso monastico (2.400 metri), il terreno sale di appena 6 metri. Ciò fa di Vina un paradiso per le biciclette, di cui ogni monaco è provvisto per recarsi al suo posto di lavoro.

A brevissima distanza, passa la principale ferrovia per il Canada. Il rumore dei treni, all’inizio, disturbava notevolmente i monaci, ma poi, con la crescita dei bellissimi alberi d’alto fusto, è stato riassorbito e sostituito dal canto degli uccelli. In verità, la ferrovia, tenendo a distanza il traffico di un’importante autostrada, svolge anche una preziosa funzione di “barriera claustrale”.

Il clima è mediterraneo, mite, ideale per la coltivazione di alberi da frutta. La luce solare, intensa e quasi continua, viene saggiamente sfruttata dai monaci per il riscaldamento dell’acqua e degli ambienti.

Lo stabile del monastero consisteva, fino al 1970, dei locali del vecchio “ranch” e della vigna, distribuiti su un’area abbastanza ampia, ma in quell’anno, un incendio ne divorò la maggior parte. La successiva ricostruzione è stata realizzata su progetto di un membro della comunità, stilista, prima di entrare in monastero, della Paramount Film Studios di Hollywood. Gli edifici, semplici e moderni, fondono le esigenze della primitiva architettura cístercense con motivi di ispirazione spagnola e orientale.

Vina, fondata in un periodo in cui l’espansione del dopoguerra volgeva al termine, non ha avuto vita facile nei primi anni. Ha dovuto registrare, inoltre, tre inaspettati cambiamenti di superiore. Dal 1970, tuttavia, ha avuto un costante sviluppo ed ha raggiunto lo scopo desiderato dai promotori dell’opera, quello, cioè, della costituzione di una comunità in prevalenza nativa del luogo, con una solida formazione cistercense che, per la sua favorevole posizione sulla costa pacifica, avesse potuto estendere il suo influsso anche sull’estremo oriente.