Pietro a Paliano, San |
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StoriaIl monastero, in origine femminile, sorse nella prima metà del secolo XIII a fianco della chiesa di San Pietro, in territorio di Paliano, per volere del cardinale Giacomo de Pecoraria, vescovo di Palestrina ed ex abate a Tre Fontane. Le monache che vi risiedevano dovevano seguire la Regola cistercense visto che nel 1243 papa Innocenzo IV decise che la comunità fosse visitata annualmente dall’abate di Casamari e ancora nel 1327 il monastero era femminile. Nei quindici anni che seguirono avvenne però la trasformazione in abbazia maschile, dato che nel 1342 l’abate Angelo di San Pietro fu promosso coadiutore di Casamari da papa Benedetto II. Gli abati di Paliano sono citati ancora in tre Statuti del Capitolo Generale del 1344 e nella lista dei religiosi che dovevano versare il sussidio straordinario imposto da Urbano V, datata 1373. Sorprende che nessun documento dell’Ordine accenni ufficialmente a questa trasformazione, ma Bedini ne trova giustificazione nella confusione creatasi durante l’esilio del Papato ad Avignone e che aveva reso difficoltosi i rapporti tra le abbazie e Cîteaux. San Pietro di Paliano fu data probabilmente in Commenda da Clemente VII contemporaneamente a San Martino al Cimino quindi attorno al 1379; i suoi beni fecero parte della Commenda di Paliano e Serrone, affidata ai vescovi suburbicari di Palestrina. Non si conosce l’anno in cui i Cistercensi abbandonarono il complesso, occupato nel 1585 dai Cappuccini che modificarono chiesa e monastero come sono ancora oggi visibili. ArchitetturaBedini non descrive gli edifici e l’unico accenno all’architettura della chiesa si trova nella Guida Touring: «San Pietro Apostolo, con basso campanile a un piano di bifore ricavato da una torre a merli (rifatti), ha un suggestivo interno a tre navate divise da massicci pilastri e terminanti con tre grandi absidi». BibliografiaMonasticon Italiae, I, Roma e Lazio, a cura di F. Caraffa, Cesena 1981, pp. 154-155, sch. 152. Foto |
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