Buonsollazzo |
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StoriaFondata nel 1084 da Gisla, figlia di Rodolio, per i benedettini. Numerose donazioni incrementarono il patrimonio economico, specie negli anni 1106-1122. Dopo un periodo di notevole prosperità, Buonsollazzo subì il disastro di una amministrazione deplorevole, per cui il vescovo di Firenze, Antonio Orso, vi introdusse nel 1320 i Cistercensi provenienti da San Salvatore a Settimo, che presero possesso della nuova abbazia il 4 gennaio 1321. I cinque monaci benedettini rimasero nell’abbazia adottando anche loro l’osservanza cistercense. L’abbazia rifiorì e si riconsolidò. Nella seconda metà del secolo XV fu ceduta in commenda e subito dopo, nel 1497 entrò a far parte della Congregazione di San Bernardo in Italia, inserita nella Provincia Toscana. Durante il Seicento due abati furono anche presidenti generali della Congregazione. Nel 1705 accettò la riforma della Trappa, favorita in tutti i modi dal Granduca Cosimo III. Nulla si conosce della struttura architettonica precedente, poiché Cosimo III fece abbattere l’antica chiesa e monastero e li ricostruì secondo le esigenze dei trappisti tra il 1707-1720. L’introduzione dei trappisti a Buonsollazzo non separò completamente l’abbazia dalla Provincia Toscana. Il 2 agosto 1782 fu soppressa dal Granduca Pietro Leopoldo. Il patrimonio economico ed il monastero furono venduti al Signor Sigismondo della Stufa, eccetto la chiesa, la sagrestia, il capitolo, il cimitero, alcune stanze per uso del curato ed un pezzo d’orto. Attualmente la chiesa e parte del monastero sono stati concessi dalle competenti autorità ai monaci Camaldolesi di Camaldoli (Arezzo) che officiano la chiesa e la cura pastorale degli abitanti della zona. (Goffredo Viti) ArchitetturaNon si sono trovate descrizioni di quest’ultima; solo il Negri afferma che essa sarebbe frutto di un’integrale ricostruzione del XVII secolo. BibliografiaDizionario degli Istituti di Perfezione, Roma 1974 (in corso), I (1974), coll. 1677-78 (G. VITI); O. FANTOZZI MICALI ROSSELLI - P. ROSSELLI, Le soppressioni dei conventi a Firenze. Riuso e trasformazioni dal XVIII secolo in poi, Firenze 1980, s.p, n. 29.
FONTI INEDITE ARCHIVIO DI STATO DI FIRENZE: Compagnie Religiose Soppresse: filza 386, fascicolo 4; 389, 9; 396, 18; 398, 21; 404, 32; 406, 34; 489, fascicoli 322-323; dalla filza 525, fascicolo 451 alla filza 548 fascicolo 528; 549, fascicolo 529; 552, 537. Fondo Mediceo: filze 1123 fino a 1131, 4884; 4692-4695, 4798. Diplomatico dei Cistercensi, n. 38, I parte e 38, II parte, passim. Regio Diritto, filze 5270, 5271, 5279, 5280, 5281. Magistrato Supremo, filza 3489. ARCHIVIO DI CASAMARI: Cartelle I, II, III: Rapporti con a Provincia Toscana; Cartella: Buonsollazzo, soprattutto per gli anni 1717-1762. Carpentras, Biblioteca municipale, ms. 475, 623-630, 643, 695 e 1649.
FONTI EDITE UGHELLI, 1717-1721, vol. III, pp. 32, 135, 139. KEHR, 1908, vol. III, p. 67. VITI, I Cistercensi nel Fondo …, 1978, pp. 29-61: 56-61.
LETTERATURA JONGELINUS, 1640, VII, 86, n. 26. LUBIN, 1693, p. 54. GIACOMO (abate di Buonsollazzo), Breve ragguaglio delle costituzioni delle badie della Trappa di Buonsollazzo e di Casamari, Firenze 1718. M. D’INGUIMBERT, Vita di Don Malachia di Garneyrin, Roma 1726. BACCETTI, 1742, pp. 100, 107. LAMIUS, 1758, vol. I, p. 207; vol. II, pp. 761, 1551. RICHA, 1761, vol. IX, p. 234. RIPETTI, 1833-1846, vol I, p. 8. JANAUSCHEK, 1877, DCCI, p. 269. J. CANIVEZ, Buonsollazzo, in DHGE, 10 (1938); pp. 1222-1223. COTTINEAU, 1939, vol. I, col. 530. CANIVEZ, Indices, 1941, vol. VIII, p. 448. F. MICHEL, Buonsollazzo, fille aînée de la Trappe, 1704-1723, Marsiglia 1960. BEDINI, 1964, pp. 176-177. G. VITI, Buonsollazzo, in Dizionario degli Istituti di Perfezione, Roma 1974, vol. I, coll. 1677-78. NEGRI, 1981, pp. 241-242. Foto |
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