Ferraria |
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StoriaNel 1171 il Conte di Sangro donò all’Ordine cistercense alcuni terreni perché vi fosse costruita un’abbazia. I lavori furono seguiti da Giovanni de Ferrariis, un monaco di Fossanova e proprio quest’ultima divenne madre del nuovo complesso quando nel 1179 (anno della consacrazione della chiesa) i primi Cistercensi andarono a viverci. Grazie a numerose donazioni dei Re di Sicilia (prima Tancredi e poi Guglielmo III) Ferraria acquistò importanza ma alla metà del XV secolo non sfuggì alla Commenda. Entrata nella Congregazione Romana nel 1632 e trasferita nel 1765 a quella Calabro-Lucana, nel 1793 passò al regio patronato e probabilmente fu soppressa nel 1807 dai francesi. Il complesso abbaziale cadde presto in rovina e oggi ne restano solo alcune tracce: una parte dell’abside della chiesa e una cappelletta. ArchitetturaLa chiesa, costruita tra il 1171 e il 1179 e di cui restano pochi ruderi, era ad aula unica, con tre navate e sei campate (separate da pilastri rettangolari), priva di transetto, con abside semicircolare e due cappelle laterali a questa, poste sui prolungamenti delle navate laterali. La copertura delle cappelle era a crociera mentre sconosciuta quella del resto della chiesa. Per Van der Meer Ferraria ha pochi caratteri cistercensi, avendo subito molte influenze locali. BibliografiaF. SCANDONE, S. Maria di Ferraria, in “Rivista di Scienze e Lettere”, IX (1908/09), pp. 110-124; 183-197; 427-445. Foto |
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