Rivalta Torinese |
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StoriaFu fondata nel 1137 in una località detta Ripa-Alta, a circa 17 Km da Torino, da monaci agostiniani e fu subito sostenuta con donazioni dai Conti di Savoia e del Piemonte. La chiesa era dedicata ai Santi Pietro e Andrea. Circa un secolo dopo il monastero si era ridotto in tale povertà, sia economica che spirituale, tanto da indurre il papa, nel 1254, a venderlo all’abbazia cistercense di Sestri in Liguria, che subito mandò un gruppo di monaci capeggiati dall’abate Bartolomeo. Dopo una quarantina d’anni l’abbazia passò sotto la paternità di Staffarda, in quanto non era più in grado di corrispondere al canone annuo stabilito dal Vescovo di Torino. 11 Rossano afferma che dopo tale fatto iniziò per Rivalta un’era nuova, in cui si riorganizzò sia economicamente che giuridicamente, ottenendo anche, il 9 marzo 1267, il riconoscimento dei suoi possessi e privilegi, con la Bolla Papale di Clemente IV. Il consolidamento dell’abbazia è altresì confermato dal fatto che entrò nella Provincia Lombarda della Congregazione Italiana di San Bernardo nel 1497, nonostante l’istituzione della Commenda. Nel XVII secolo i fabbricati conventuali erano già in condizioni rovinose a causa dell’incuria dei commendatari. Fu soppressa nel 1770 da Clemente XLV e quello che restava degli edifici del monastero fu distrutto nel 1799 dagli eserciti tedeschi e russi. ArchitetturaSolo il Van der Meer, ripreso dal Negri, parla di una chiesa a tre navate, oggetto di discutibili restauri tra il 1900 e il 1902. Essa oggi è parrocchia. BibliografiaG.B. ROSSANO, Cartario della prevostura poi abazia di Rivalta Piemontese fino al 1300, Pinerolo 1912 (“Biblioteca Società Storica Subalpina”, LXVII); B. G. BEDINI, Le abazie cistercensi d’Italia, Casamari 1980 (IV ed.), pp. 155-156; A.M. NADA PATRONE, I centri monastici nell’Italia Occidentale (Repertorio per i secoli VII-XIII), in Monasteri in alta Italia dopo le invasioni saracene e magiare (sec. X-XII), Atti del XXXII Congresso Storico Subalpino e III Convegno i Storia della Chiesa p. 738. Foto |
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