Susanna, Santa |
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StoriaIl rev.do Don Pietro Fulvio, arciprete della Rotonda, Crocifero di S.S. Papa Sisto V, nell’anno 1586, fu ispirato di fondare un monastero per dare opportunità di luna scelta di vita a certe nobildonne nubili di sua conoscenza. Ottenuto l’edificio dei SS. Vito e Modesto, egli scelse due monache di S. Cecilia in Transtevere per il governo della nuova fondazione. Essendo familiarissimo del Papa, ebbe libera facoltà di trovare, in altri Ordini, gli elementi adatti per la nuova Comunità. Chiamò il nuovo Ordine Cistercense e lo pose sotto la Regola del S. Padre Benedetto. Il monastero ebbe inizio il 12 dicembre 1586 e ai primi di giugno del 1587 fu consacrata la prima Abbadessa: D. Maura Perfetta Macchebea, romana, che apparteneva al monastero di S. Cecilia in Transtevere. Con un Breve del Papa, ella entrò a SS. Vito e Modesto e il 25 aprile si fecero le prime Vestizioni. Il 26 dello stesso mese, anche D. Maria Deodata Avila, di origine spagnola, del monastero di S. Cecilia ricevette il mandato dì entrare in S. Vito come aiutante di questa fondazione. L’11 giugno vi fece la Professione. Fu durante questa cerimonia che D. MAURA fu consacrata abbadessa a vita, la sola che ebbe questo privilegio. Presso la chiesa dei SS. Vito e Modesto, le Cistercensi dimorarono un anno e dieci giorni. In quel tempo vestirono 15 monache e 3 converse. Essendo la località troppo angusta e fuori mano, Camilla Peretti sorella del Papa, si adoperò per far assegnare alle Cistercensi il convento già occupato dagli Eremitani di S. Agostino, presso la chiesa di S. Susanna a Termine. Le monache vi fecero la loro entrata il 23 dicembre 1587. Ricevettero moltissimi privilegi dal Papa, confermati poi da molti altri Pontefici, come appare dalle Bolle e dai Libri delle indulgenze. Donna Maura resse il monastero per 32 anni fino alla morte, avvenuta il 28 aprile 1620. Durante il suo superiorato fecero Professione 87 monache. Paolo V abbellì il fabbricato e il giardino. Fece costruire il coro, immediatamente dietro l’abside della Basilica. È un ambiente molto ampio (m. 12,25 x 19) con gli scanni di noce intagliato, distribuiti su tre ordini, abbellito da decorazioni pittoriche di grande pregio artistico. Dal piano del grande cortile al coro si eleva la Scala Santa, così denominata perchè si ritiene che goda delle stesse indulgenze di quella del Laterano. Nel 1870, gran parte della proprietà fu indemaniata e vi fu allogata la caserma dei Corazzieri. Oggi, la Comunità conta una ventina di membri. Ai tempi di Camilla Peretti, che si era fatta cistercense, era onorata dalle frequenti visite di Sisto V. All’inizio del Pontificato di Giovanni Paolo II, con l’indulto di alcune ore di esclaustrazione, le monache di S. Susanna hanno potuto partecipare al grande raduno di tutte le Religiose di Roma, chiamate a presentare i loro omaggi al loro nuovo Vescovo. Privilegio di cittadine dell’Urbe che le nostre sentono fortemente! Nell’impegno di una vita, radicalmente consacrata, la Comunità continua ad offrire al mondo d’oggi, oppresso "dall’affanno, dal clamore, dal rimorso, dall’angoscia, l’influsso consolatore…" (Paolo VI) che viene dallo Spirito e che solo può effondere pace e serenità. BibliografiaMonasticon Italiae, I, Roma e Lazio, a cura di F. Caraffa, Cesena 1981, p. 82, sch. 169. Foto |
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