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Benedetto di Fassolo, San

 

Storia

Il documento più antico che nomina una chiesa dedicata a S. Benedetto con annessa abitazione di monache Cistercensi, è dell’anno 1129. Queste monache subentrarono alle monache benedettine che avevano dimora nel vicino monastero di S. Maria delle Grazie di Fassolo. Il monastero di S. Benedetto è ritenuto il primo ad essere abitato in Genova dalle Cistercensi; esse lo abbandonarono sul finire del sec. XVI, prima del 1596. Il monastero era dipendente dall’Abbazia di S. Andrea di Sestri Ponente fondata qualche anno dopo.

Fin dal secolo XIII annesso al monastero vi era un ospizio per pellegrini, citato nelle antiche carte come “Hospitalis domus Dei in contrada Fassolo”; questo ospedale veniva spesso frequentato da Caterina Fieschi Adorno (S. Caterina da Genova), che il 20 marzo 1473 entrò a pregare nella chiesa di S. Benedetto, avviandosi ad una piena conversione.

Chiesa e monastero furono affidati, dopo l’abbandono da parte delle Cistercensi nel 1593?, ai Religiosi dell’Ordine della SS. Trinità per la redenzione degli Schiavi, dalla Principessa Zenobia del Carretto, moglie di Giovanni Andrea Doria, la quale nel 1592 li aveva chiamati dalla Spagna e accolti a S. Maria delle Grazie a Pegli. Per questo al titolo originario della chiesa venne aggiunto quello della SS. Trinità. I Trinitari si erano stabiliti a Genova una prima volta nel 1201 quando venne a Genova il loro fondatore S. Giovanni di Matha.

La chiesa di San Benedetto, divenuta gentilizia della famiglia Doria, essendo pericolante per vetustà, fu affidata per restauri e ampliamento all’architetto Andrea Ceresola detto il Vannone e a Gaspare Corte; i lavori procedettero molto a rilento: iniziati nel 1593 giunsero a termine nel 1617 anno in cui la chiesa poté essere riaperta al culto. Giovanni Andrea Doria ottenne da papa Clemente VIII, con bolla del 5 settembre 1596, che la chiesa fosse eretta in parrocchia privata per tutti i possedimenti della famiglia in quella zona detta allora di Fassolo.

Il convento fu demolito nel 1928 per l’apertura, nel 1935, della via chiamata Via Adua, e al suo posto venne eretto un palazzo di notevoli dimensioni che sovrasta e snatura l’ambiente soffocando la chiesa e separandola completamente dal palazzo dei Principi Doria Pamphili, di cui era la chiesa gentilizia.

Il 13 maggio 1367 aveva preso alloggio nel monastero di S. Benedetto, forse per una sola notte, papa Urbano V in viaggio da Avignone per Roma.

Con decreto arcivescovile 29 luglio 1939, con decorrenza dal 15 agosto S. Benedetto fu dichiarata parrocchia per più ampio territorio.

Dal sito dell’Arcidiocesi di Genova – Vicariati e parrocchie.

Visita della Chiesa:

Si accede alla Chiesa per mezzo di un porticato, cinto da cancellata in ferro, fatto aggiungere nel 1593 da Gio Andrea Doria, dopo la morte e in memoria della sua sposa, Zenobia del Carretto, incaricando, per la realizzazione delle colonne e degli altri marmi, Battista Carlone. Le lapidi poste sotto il porticato ricordano l’evento.

All’interno della chiesa, subito a sinistra, si trova l’altare dedicato alla Madonna del Rimedio, culto introdotto dai Trinitari, in marmi policromi e con gruppo di angioletti di pregevole fattura del Puget. La statua della madonna col Bambino è del XVII secolo.

Il secondo altare a sinistra è dedicato a S. Benedetto. È in legno intagliato e dorato come quello ad esso contrapposto, ed è del XVIII secolo. La pala, raffigurante un miracolo del Santo, è opera di Domenico Crespi, detto il “Passignano”(1560-1636).

L’Altare maggiore è in marmi policromi di pregevole fattura, di notevole interesse il tabernacolo e la porticina.

Dietro l’altare, contornata da una cornice in marmo, la pala che raffigura uno stuolo di Santi sovrastato dalla SS: Trinità. Sotto, S. Rocco e S. Maria Maddalena con i probabili committenti Giò Andrea Doria e Zenobia del Carretto, è opera di Cesare e Alessandro Semino, figli di Andrea, dei primi del XVII secolo. Sul pavimento, di fronte all’altare, lo stemma dei Doria con l’aquila imperiale, in marmo intarsiato.

Di notevole importanza sono le quattro tele, due per lato, poste sulle pareti frontali, a fianco dell’Altare maggiore, raffiguranti i Santi: Cecilia, Pietro, Paolo ed il Re Davide, opere di Benedetto Brandimarte, nato a Lucca e vissuto fra i secoli XVI e XVII. Originariamente queste tele costituivano le ante del prezioso organo della chiesa, costruito da Lorenzo Stanga di Cremona nel XVI secolo.

Sull’Altare a destra, anch’esso in legno intagliato e dorato, tela di Domenico Parodi (1688-1740), raffigurante i Santi fondatori dei Trinitari: Felice di Valois e Giovanni di Matha.

In Sacrestia interessanti mobili e tela di Gio Andrea De Ferrari (1592-1669), con Santi Trinitari che adorano la Madonna del Rimedio.

Bibliografia

Italia Benedettina, II, Liguria Monastica, Cesena 1979, p. 116, sch. 18.

Elena Parma Armani, Villa del Principe Doria a Fassolo, Genova 1977, Sagep Editrice- Guide n. 35.

P. Gabriele da Pantasina, S. Caterina da Genova, Genova 1929, p. 40.

P. Raffaele Bracco, Il principe Giannandrea Doria, Genova 1960, pp. 206-210.

P. Angelo Romano di S. Teresa O.SS.T., S. Giovanni di Matha fondatore dell’ordine della SS. Trinità, Vicenza 1961, pp. 198-200.

L. Grillo, San Benedetto di Fassolo, in “Giornale degli Studiosi” 1872, II sem. pp. 132-135.

G. Marcenaro, F. Repetto, Dizionario delle chiese di Genova, R. Tolozzi editore Genova, 1970.

Foto

   
Benedetto di Fassolo, San
Nome completo:  
Nome originario: Sancti Benedicti de Fasiolo 
Nomi alternativi: SS. Trinità e S. Benedetto al Porto 
 
Ordine originale:  
Ordine attuale:  
Congregazione attuale:  
Filiazione di:  
Linea di:  
N. di fondazione: (Janauschek):  
Stato Giuridico:  
Figlie
 
Date
Fondata nel: 11?? 
Cistercense nel: 11?? 
Chiusa nel: 15?? 
Riaperta nel:  
Richiusa nel:  
Indirizzo

Via S. Benedetto, 12
16126  Genova (GE)
Italia
Regione: Liguria 
Nazione: Italia 
Diocesi antica:
Diocesi attuale:
Coordinate:
44.41572406328252, 8.916130322424289
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Latitudine: 44° 24' 56''
Longitudine: 8° 54' 58''
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