Chiaravalle Milanese |
||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
StoriaNon esistendo la carta di fondazione dell’abbazia, si è assunto come il più valido documento di fondazione una lapide situata sulla porta che dal chiostro portava alla chiesa, la quale attesta che tale monastero fu edificato il 22 gennaio 1135 per diretta volontà di San Bernardo; inoltra esso risulta già esistente in alcuni atti di compravendita stipulati nell’ottobre dello stesso anno. Sulla questione della reale fondazione è necessario però trattare dei diversi punti di vista degli autori che si sono interessati dell’argomento. Bisogna infatti ricordare che la nascita di Chiaravalle Milanese fu fortemente voluta dal popolo milanese, come sorta di ringraziamento a San Bernardo, il quale, passato a Milano dal ritorno del Concilio di Pisa nel 1134, fu invitato a rimanervi come arcivescovo; ma egli dovette rifiutare tale proposta e allora scelse un luogo dove sarebbe dovuto sorgere il primo insediamento dei Cistercensi a Milano, nella fattispecie Rovegnano a circa quattro chilometri fuori dalla città. La Fraccaro dice che su tali fatti sono d’accordo quasi tutti gli autori, solo che alcuni (Manrique, Giulini, Caffi) ritengono che già nel 1134 fosse iniziata la costruzione del monastero e nel gennaio 1135 i monaci vi si fossero insediati stabilmente, a costruzione ultimata, alla presenza dello stesso San Bernardo durante una sua seconda visita altri invece, tra cui il Fumagalli, storico cistercense, pensano che una tale ipotesi sia assolutamente da escludersi, in quanto in un così breve lasso di tempo (circa sei mesi) sarebbe stato impossibile costruire un monastero di tali dimensioni e che quindi la data in discussione sia da riferirsi alla posa della prima pietra; si può certamente ritenere attendibile un’ ipotesi di fondazione nel 1134 e ultimazione nel 1135 se si pensa che, in genere, il primo insediamento dei monaci era molto modesto, sia dal punto di vista delle dimensioni che da quello dei materiali impiegati, come il legno, invece della pietra, insieme ad altri di recupero di costruzioni rurali. Con l’aiuto e la benevolenza dei cittadini milanesi l’abbazia poté presto consolidarsi, sia come guida spirituale della città che come solenne monumento architettonico. Molti altri donatori si susseguirono infatti a quel Frogerio del già citato atto dell’ottobre 1135. Del primo abate non si ha notizia prima del 1138, essendo infatti retta al principio da un priore, e questa fu la ragione che addusse il Fumagalli per sostenere la sua tesi del lento avviarsi architettonico del monastero, cioè proprio l’assenza dell’abate per i primi quattro anni; il nome del primo abate era Brunone, nominato anche in una Bolla di Innocenzo II con la quale si pone l’abbazia del Cerreto sotto quella di Chiaravalle. Dal 1443 al 1465 l’abbazia fu data in Commenda e, in seguito, vi si insediarono i Fratelli Toscani, su pressione del Commendatario Giulio de’ Medici (futuro Clemente VII). I Cistercensi tornarono nel 1474 e nel 1497 l’abbazia entrò nella Congregazione Italiana di San Bernardo, diventandone presidente proprio il suo abate. Fu soppressa il 13 maggio 1798. Nel 1952 grazie all’intervento del Cardinale Schuster, allora arcivescovo di Milano, i Cistercensi poterono tornare a Chiaravalle e oggi la chiesa è parrocchia. BibliografiaM. CAFFI, Dell’abbazia di Chiaravalle in Lornbardia. Illustrazione storico – monumentale - epigrafica, Milano 1842; L. FRACCARO DE LONGHI, L’architettura delle chiese cistercensi italiane con particolare riferimento ad un gruppo omogeneo dell’Italia Settentrionale, Milano 1958, pp. 37-82; A. PAREDI, S. Maria di Chiaravalle Milanese, in Presenza Benedettina in Lombardia, a cura di G. Picasso, Milano 1980, pp. 81-107. AA.VV., Chiaravalle. Arte e Storia di un’abbazia cistercense, Milano, 1992. SAVI M. E., L’architettura medievale, in Chiaravalle…, cit., pp. 278-313. Foto |
|