Gethsemani |
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StoriaL’abbazia ha ereditato il nome da una scuola fondata sul luogo 30 anni prima dell’arrivo dei monaci. Prima ancora, il sito era indicato col nome di una chiesetta officiata, dedicata a santa Barbara. Poi, con l’arrivo della linea ferroviaria, anche la stazione fu chiamata come l’abbazia, così come l’ufficio postale, nell’abbazia stessa, fu denominto «Trappist, Kentucky». È interessante notare il particolare uso di questi nomi. La versione latina Gethsemani differisce da quella inglese, familiare presso i protestanti, Gethsemane. Il termine “Trappist”, indicante l’ufficio postale, non è grammaticalmente corretto: essendo un aggettivo, reclama un articolo o un sostantivo, o almeno una “s” finale. Si tratta apparentemente di osservazioni di poco conto; ma dietro di esse si nasconde tutta una serie di difficoltà, di carattere linguistico ed organizzativo, che i monaci hanno dovuto superare per giungere alla realizzazione dell’abbazia. I fondatori, tuttavia, non erano persone del tutto sconosciute. Già negli inni 1805-1809, dom Urbain Guillet aveva realizzato un insediamento sullo stesso corso d’acqua, 5 km. a monte dell’attuale sito. E la gente del posto usava indicare col termine “monaci” il torrente, la terra e le persone ivi dimoranti. Stranamente, nel lontano Oregon, questo semplice termine “monaci” è poco usato dalla gente, mentre l’uso sgrammaticato di “trappista” è in costante aumento. Così, si sente parlare di fatti accaduti “presso abbazia trappista” (senza l’articolo), di posti di lavoro disponibili “presso trappista” (senza articolo, né sostantivo.), o di famiglie che vanno a messa “da trappista”. Giunge persino posta indirizzata a “Signore e Signora Abbazia Trappista”, e le lettere rivolte ai direttori dei laboratori monastici spesso iniziano con “Caro Trappista”. La cosa può sembrare, oggi, abbastanza curiosa, ma trova una spiegazione nelle circostanze che accompagnarono gli inizi della fondazione. una certa bigotteria nelle minoranze cattoliche della zona, l’indifferenza delle masse protestanti, la difficoltà di comunicazione accresciuta dal rigoroso silenzio dei monaci. Lo stato del Kentucky è semplicemente un prolungamento della colonia costiera della Virginia, che si estende oltre le montagne, fino al Mississippi; è delimitato dal fiume Ohio a nord e confina a sud col Tennessee. La via più agevole per i colonizzatori verso l’occidente passava attraverso la città di Cumberland, nella colonia parzialmente cattolica del Maryland. Numerosi gruppi di abitanti del Maryland si univano alle carovane in transito verso il Kentucky, e i cattolici che ne facevano parte si organizzavano fondando qua e là centri quasi autonomi. Il principale di questi centri è Bardstown, divenuta subito sede vescovile e quasi la Chiesa-madre di tutto l’esteso occidente americano. Verso Bardstown puntavano pure i nuovi immigranti cattolici provenienti dall’Europa, compresi gli irlandesi che parlavano ancora soltanto il gaelico. Il primo eroe nazionale del Kentucky è stato Daniel Boone, passato ormai nella storia come l’uomo rivestito di pelle di daino (17341820, prima dei cow-boys, della corsa all’oro, del Cavallo di Ferro, dei bastimenti fluviali) che, con l’aiuto di alcuni compagni, fondò tra i fitti boschi comunità esperte in tutto, dalla costruzione di rifugi all’affumicazione della pancetta, dall’allevamento di cavalli Blue Grass alla distillazione del whiskey Bourbon. Questi eroi crearono anche una musica popolare ed impressero nella mente del popolo la convinzione che tutti, con l’impegno, possono diventare dei geni. Fu proprio in forza di questa convinzione che un ragazzo nato vicino a Gethsemani riuscì a diventare l’ormai mitico Abraham Lincoln. L’ambiente e il clima di Gethsemani, il complesso monastico e le industrie, la storia e i suoi eccezionali personaggi sono universalmente noti e non hanno bisogno di ulteriori presentazioni. Pensiamo che il nome di un solo monaco, Thomas Merton, basti ad evocare nella mente del lettore i tanti meriti di questa abbazia. |
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