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Lucedio

 

Storia

Fu fondata il 21 marzo 1124, in territorio di Trino. Il Bedini non crede alla preesistenza di un monastero benedettino, in quanto non esiste alcun documento nell’archivio dell’abbazia che Io prova; molti (come il Van der Meer) pensarono che in origine fosse benedettina perché tratti in inganno da un’antica abbazia dedicata a San Michele o San Gennaro di Lucedio esistente nelle vicinanze.

Artefici della fondazione di questo monastero furono Raniero, marchese di Monferrato insieme ad Ardizzone e Bernardo suoi parenti; essi donarono delle terre all’abate di La Ferté Pietro, per fondare appunto un nuovo insediamento cistercense, che costituivano una boscaglia chiamata Locez, da cui il titolo dell’abbazia.

Grazie a numerose donazioni il monastero diventò presto molto importante, sia dal punto di vista agricolo, che da quello ecclesiastico e civile. I suoi primi abati diventarono vescovi e uno di essi, Pietro 11, accompagnò nel 1202 il marchese Bonifacio alla quarta crociata e nel 1204 fece parte del gruppo dei dodici personaggi che elessero l’imperatore latino di Costantinopoli. Nel 1205 venne eletto abate di Lucedio il Beato Oglerio da Trino, il cui culto fu poi riconosciuto e approvato da papa Pio IX.

L’importanza assunta dall’abbazia è anche testimoniata dal fatto che ebbe due filiazioni, Santa Maria di Castagnola nelle Marche, nel 1147 e Rivalta Scrivia, sempre in Piemonte, nel 1171.

Nel 1457 papa Callisto III istituì a Lucedio la Commenda, conservando però il titolo abbaziale; con tale istituzione iniziò il fatale decadimento del monastero. Sotto il commendatario Francesco II Gonzaga (1592-1621), la famiglia monastica entrò a far parte della Congregazione Italiana di San Bernardo e nel 1784 essa passò, per volere di papa Pio VI, sotto l’Ordine Mauriziano; i monaci cistercensi rimasti nel 1786 furono trasferiti a Castelnuovo Scrivia, in un collegio già appartenente ai Gesuiti.

Architettura

La chiesa attuale, oggi parrocchia, è il risultato della ricostruzione avvenuta tra il 1767 e il 1769, che segna la fine della chiesa medievale, di cui resta solo il campanile. Da una pianta del 17222 si riesce però a risalire alla struttura originaria, chiaramente leggibile se si eliminano le cappelle presenti sul perimetro (tre sul lato destro e una sul sinistro).

La chiesa antica era un edificio a tre navate, con un transetto lievemente sporgente e terminante in un'unica abside semicircolare, modello che non si adegua alla consueta forma rettangolare o quadrata dei cori e cappelle cistercensi, ma che si trova, ad esempio, anche a Staffarda. Le navate presentano il sistema dei supporti alternati, con quelli maggiori cruciformi e i minori a sezione rettangolare (tranne i primi tre dall’ingresso, due a sinistra e uno a destra, che sono invece circolari); da questo si potrebbe presupporre una copertura con volte a crociera, ma da un così scarno rilievo è difficile poter avanzare qualsiasi ipotesi. Lo schema della chiesa, al di là della particolarità dell’assenza di cappelle minori a fianco del coro, è comunque tipico lombardo e in tutto simile, ad esempio, a quello di Casanova e di Rivalta Scrivia, soprattutto nella regolare modulazione delle campate.

Il periodo di costruzione si fa risalire a quello stesso ipotizzato per la torre campanaria, cioè fra il 1150 e il 1175 e quest’ultima, ancora esistente, era situata sulla campata meridionale del transetto e si presenta con una zona inferiore decisamente di stampo romanico, a base quadrata, con contrafforti esterni angolari e archetti pensili, e la parte ottagonale risalente ad un’epoca più avanzata, probabilmente della seconda metà del XIII secolo. Di questa torre parla anche il Negri, dicendo che essa mostra caratteri riferibili al gusto costruttivo lombardo-padano, soprattutto nella rigida scansione delle fasce marcapiano a mattoni, le lesene continue che sottolineano gli angoli e le monofore e bifore inquadrate in paramenti a laterizio.

Bibliografia

BELLERO M., I Cistercensi e il paesaggio rurale: l’abbazia di S. Maria di Lucedio fra iI XII e iI XIV secolo, in “Studi Storici”, XXVI (1985), pp. 337-351.

DE FALCO G., Sulla data difondazione di S. Maria di Lucedio, in “Rivista di storia, arte e archeologia per le province di Alessandria e Asti”, LXIV-LXV, 1955-56, pp. 126-130.

GIORDANO G., L’abbazia di Lucedio e le sue grange, in “Bollettino storico vercellese”, VIII, 1978, pp. 73-78.

MAZZOLI CASAGRANDE M. A., Codici cistercensi di Lucedio, in “Ricerche medievali”, XIII-XV (1978-1980), pp. 23-44;

SINCERO C., Trino, i suoi tipografi e l’abbazia di Lucedio, Torino, 1857.

Foto

Veduta della chiesa e del lato dei conversi Veduta della chiesa delle donne Veduta del lato dei conversi Ingresso Ingresso con la chiesa delle donne
Facciata della chiesa monastica Veduta della chiesa monastica Veduta della chiesa monastica Veduta delle due chiese Veduta della chiesa delle donne
Passaggio dei conversi Dispensario Dispensario Dispensario Dispensario
Lucedio
Nome completo: Santa Maria di Lucedio 
Nome originario: Lucedium 
Nomi alternativi:  
 
Ordine originale: Cistercensi 
Ordine attuale: Proprietà privata 
Congregazione attuale:  
Filiazione di: Ferté, la
Linea di: Ferté, la
N. di fondazione: (Janauschek): 22 
Stato Giuridico: Abbazia 
Figlie
  1. Chiaravalle di Castagnola (14/01/1147-1796)
  2. Rivalta Scrivia (21/01/1181-1538)
  3. Georgius de Jubino, Saint (22/03/1214-1268)
  4. Chortaïton (27/06/1214-1261)
 
Date
Fondata nel: 1124 
Cistercense nel: 21/03/1124 
Chiusa nel: 1784 
Riaperta nel:  
Richiusa nel:  
Indirizzo

13039  Trino (VC)
Italia
Regione: Piemonte 
Nazione: Italia 
Diocesi antica: Vercelli
Diocesi attuale: Casale Monferrato
Coordinate:
45.23758129140519, 8.23370640574872
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Latitudine: 45° 14' 15''
Longitudine: 8° 14' 1''
Contatti
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Indirizzo Web Web
Wiki      
Stato dell’edificio: Intatto senza comunità
Stile dell’edificio: Cistercense primitivo, Barocco - Rococò
Visita: Solo esterna
Attività
Lavori:
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