Homepage

Montefavale

 

Storia

L’ubicazione precisa di questa abbazia era a circa cinque-sei chilometri a nord di Pesaro, sopra un’altura detta anticamente Monte Fabale e ora Colle Adriatico. Le sue origini sono ignote e la prima notizia che la riguarda è costituita da una Bolla Papale di Onorio III, del 1224, indirizzata ai «PRIORI [E] FRATRIBUS HEREMI SANCTI BENEDICTI DE MONTI FABALI», con cui il papa accolse la richiesta degli eremiti che vi erano insediati, di sottoporsi alla riforma di San Guglielmo.

Del 1251 è un’altra Bolla, di papa Innocenzo IV, che rileva la dipendenza di altri eremi da Monte Fabale; successivamente, papa Alessandro IV pensò di riunire sotto l’unica regola di Sant’Agostino tutti gli eremi d’Italia e i Guglielmiti decisero di chiedere ai Cistercensi il passaggio sotto la loro riforma, che avvenne nel 1256, come risulta da alcune tavole genealogiche e dallo Statutum 47 del Capitolo Generale del 1270, che depose l’abate di Monte Fabale per non aver partecipato già da qualche anno alle riunioni del Capitolo.

Con i Cistercensi l’abbazia assunse la denominazione di Santa Croce, che poi passò alla località. Per circa un secolo e mezzo la sua consistenza patrimoniale fu discreta, tanto che aveva alle sue dipendenze diverse chiese. Una di queste, la Canonica di Sant’Eracliano di Pesaro, è nominata in un documento del 1373, che parla appunto dell’Abate del Monastero di Monte Fabale e della Chiesa di Sant’Eracliano.

La sicura dipendenza da Chiaravalle di Castagnola si rileva da un documento, attestante una permuta, del 20 Maggio 14261, avvenuta solo dopo aver ottenuto il permesso dell’abate di Chiaravalle.

Nel XV secolo fu istituita la Commenda, che fu concessa ai vescovi di Pesaro e da questo momento l’abbazia vide molti cardinali succedersi alla sua guida. I Cistercensi abbandonarono il monastero non molto tempo dopo tale istituzione e l’abbazia andò cosi in rovina.

Con l’impero napoleonico tutto ciò che era rimasto del monastero scomparve completamente e oggi non rimane alcuna traccia degli antichi edifici conventuali.

Architettura

Il Bedini accenna ad una piccola chiesa adibita attualmente a tinello, non fornendo comunque alcuna indicazione sul suo stato.

L’Olivieri riprende una descrizione della chiesa primitiva molto sommaria, che parla di un edificio voltato a oriente, ad una sola navata, lungo 70 e largo 80 palmi, coperta da un tetto sostenuto da “cavalli”, e al quale si accede per due porte, con la maggiore che rimane sotto il portico, elemento quest’ultimo tipicamente cistercense.

Montefavale
Nome completo:  
Nome originario:  
Nomi alternativi:  
   
Ordine originale:  
Ordine attuale:  
Congregazione attuale:  
Filiazione di:  
Linea di:  
N. di fondazione: (Janauschek):  
Stato Giuridico:  
Figlie
 
Date
Fondata nel: 1256 
Cistercense nel: 1256 
Chiusa nel: 14?? 
Riaperta nel:  
Richiusa nel:  
Indirizzo

Italia
Regione:  
Nazione: Italia 
Diocesi antica:
Diocesi attuale:
Coordinate:
Latitudine:  
Longitudine:  
Contatti
Telefono:  
Fax  
e-mail
Indirizzo Web Web
Wiki  
Stato dell’edificio: Conosciuto senza resti
Stile dell’edificio:
Visita: Possibile
Attività
Lavori:
Shop Negozio: