Fountains |
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StoriaAntica abbazia Cistercense nello Yorkshire (Inghilterra). La sua fondazione, filiazione di Clairvaux, fu opera di un gruppo di monaci benedettini dell’abbazia di S. Maria di York che volevano adottare la regola cistercense. Incoraggiati da S. Bernardo, i monaci, nel Natale del 1133, si stabilirono in una proprietà donata da Thurstan a Ripon, presso il fiume Skell. La nuova abbazia fu chiamata Fountains per le molte sorgenti vicine. S. Bernardo vi inviò uno dei suoi monaci per istruire la nuova comunità nell’osservanza cistercense. La fondazione non ebbe un successo immediato: dopo due anni di estrema povertà e di stenti, i monaci stavano per abbandonare Fountains quando Ugo, ricco arciprete della cattedrale di York, si unì ad essi. Il suo nobile esempio fu seguito presto da molti altri e rese possibile la costruzione di una grande chiesa, portata a termine negli anni 1135-47. Fountains richiamò l’attenzione internazionale allorché il terzo abate, Enrico Murdac (1143-1147), dopo parecchi anni di controversie sulla legalità di una precedente elezione, divenne arcivescovo di York nel 1147; sfortunatamente, i vendicativi partigiani del suo rivale destituito, Guglielmo Fitzherbert, saccheggiarono Fountains e distrussero gran parte delle opere realizzate nel primo decennio. Malgrado queste calamità, nel corso dei primi venti anni della sua esistenza, Fountains ebbe un enorme e fiorente sviluppo: tra il 1138 e il 1151 divenne la “madre” di sette nuove fondazioni cistercensi in Inghilterra (Newmin-ster, Kirkstead, Louth Park, Woburn, Vaudey, Kirkstall, Meaux) e di Lyse Kloster in Norvegia. Nei primi anni del sec. XIII, l’abbazia ebbe molto a soffrire per le estorsioni di re Giovanni; infatti, per un breve periodo, i monaci dovettero disseminarsi altrove, perché l’impoverita abbazia non poteva provvedere per essi. Tuttavia, una ripresa dell’apparato monastico fu seguita da una forte espansione monastica sotto l’abate Giovanni di Kent (1220-47). Durante lo stesso secolo l’abbazia perdette la maggior parte dei suoi fratelli conversi; in mancanza di manodopera, i monaci si dedicarono a un vasto allevamento di ovini. Il successore di Marmaduke Huby (1494-1526), Guglielmo Thirsk, si trovò esposto all’oppressione e alle accuse del governo di Enrico VIII e fu costretto a dimettersi nel 1536: si rifugiò nell’abbazia di Jervaulx e venne poi impiccato a Tyburn per la sua asserita implicazione nel “Pellegrinaggio di Grazia”. L’ultimo abate di Fountains, Marrnaduke Bradley, fu soltanto uno strumento nel processo dissolutivo: nel 1539 consegnò Fountains a Enrico VIII e si assicurò un buon vitalizio. In quel momento l’abbazia contava 31 monaci sacerdoti. I tesori della chiesa e altri oggetti di valore furono subito confiscati e gli edifici incendiati sino a fondere il piombo dei tetti, Le rovine di Fountains, tuttora imponenti, sono curate a spese del governo. ArchitetturaIl portale della facciata ovest della chiesa, costruita a partire dal 1135, era costituito da tre aperture a pieno centro, su colonnette dai capitelli molto semplici. A sinistra e a destra del portale dei contrafforti scandivano la facciata secondo la divisione interna della chiesa che aveva una navata principale e due navate laterali. Le grandi arcate della navata principale posavano su grossi pilastri cilindrici dai capitelli molto semplici; al di sopra, una modanatura sottolineava l’estremità inferiore di un gruppo di alte finestre a pieno centro. Le coperture, che originariamente dovevano essere a botte, vennero sostituite, nel XII secolo, da una copertura in legno. Le navate laterali erano coperte, come a Fontenay, così come in molte altre chiese dell’ordine cistercense,con volte a botte spezzata. All’inizio del XIII secolo venne tolta l’abside della chiesa per costruire un grande coro a quattro campate, con navate laterali, coperto con volte ad ogiva. Più tardi venne costruito un secondo transetto, anch’esso interamente coperto con volte ad ogiva, in fondo al quale vennero allineati 9 altari, portando così a 27 gli altari della chiesa. Le due alte colonne ottagonali che sostenevano le arcate di questa “cappella a 9 altari” erano contornate da 8 colonnette di marmo. I muri perimetrali della cappella erano ornati da arcate trilobate sormontate da alte e strette finestre. Il Capitolo (23 m x 13 m) era diviso in tre navate, di sei campate ciascuna, da due serie di cinque colonne ed illuminato ad est e a sud da tre finestre per lato, e a nord da due finestre. Tutto intorno alla sala possiamo ancora vedere i tre scalini di pietra sui quali sedevano i monaci della comunità quando si riunivano. La sala apre sul chiostro, incendiato nel 1147 ed interamente demolito nel XVIII secolo, attraverso tre grandi arcate, del 1156, a tre aperture a pieno centro, che ricadono su delle colonnette dai capitelli molto semplici che ricordano quelli del portale della chiesa. La sala dei monaci era un’altra grande sala (35 m x 9 m) divisa in due navate, di sette campate, da una serie di 6 colonne. Il refettorio (35 m x 15 m) era diviso in due navate, di 5 campate ciascuna, da una serie di quattro colonne cilindriche delle quali rimane ben poco. Esso era illuminato da alte e strette finestre circondate da una modanatura terminante su fini colonne ornate, a mezza altezza, da una ghiera. Il calefactorium (12 m x 7 m) conserva ancora i due grandi camini e le coperture, ad ogiva allungata, le cui spinte ricadono su un pilastro centrale ottagonale privo di capitello e di base. Attualmente imponenti ruderi. BibliografiaGlyn COPPACK, Fountains abbey, English Heritage, London, 1993. Foto |
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